Catania Pride, il 29 giugno la festa per i diritti lgbtqi «Togliamo le maschere, contro il ritorno al Medioevo»

È «inclusività» la parola d’ordine che guida il comitato organizzativo del Catania Pride 2019, che quest’anno si sviluppa in una settimana di lavori – ribattezzata Pride week – che culminerà nella tradizionale parata. Sabato 29 giugno il corteo partirà da piazza Cavour intorno alle 18 per coinvolgere la città in una coloratissima festa itinerante. Un coro composto da voci molto diverse tra loro – singoli volontari e volontarie insieme ad associazioni che da anni si occupano di tematiche quali marginalità sociale e questioni di genere – che dal primo marzo è riuscito a lavorare bene e in sinergia per la protezione dei diritti civili. A cominciare da quelli della vasta comunità lgbtqi.

«Siamo tutti attivisti e attiviste che in modo gratuito hanno risposto a una chiamata di civiltà per dare una risposta ferma e univoca nei confronti di un clima dilagante, nel nostro Paese, di ritorno al Medioevo, discriminatorio nei confronti del diverso in generale», esordisce Lara Elia, attivista per i diritti civili e della cittadinanza, che insieme a Laura Carlino, Vera Navarria, Salvo Barbagallo, Lia D’Urso e Patrizia Mauro è una delle volontarie che si è messa in gioco senza associazioni alle spalle. «Il Pride deve essere un momento di riflessione e lotta che non si esaurisce nella parata, ma che 365 giorni l’anno si schiera dalla parte di chi subisce discriminazioni», commenta la studentessa Laura Carlino parlando del documento politico stilato dal comitato, che si divide in due parti: una di denuncia e una di proposte

«Vogliamo una legge che preveda l’aggravante per reati di omo-bi-transfobia, un sistema sanitario pubblico e laico, l’esclusione della possibilità dell’obiezione di coscienza, l’acceso facile all’aborto e ai percorsi di adeguamento fisico, la reintroduzione dell’articolo 18 e il diritto alle adozioni ai single e alle persone lgbtqi+. Non siamo invisibili, siamo tanti e siamo dappertutto e il nostro slogan è Vogliamo tutto, perché i diritti o sono universali o sono privilegi».

Tocca a Vera Navarria presentare il ricco calendario di eventi che si terranno nel cortile della Cgil. Si parte lunedì 24 alle 19 con il laboratorio gratuito di tango queer e milonga queer. Martedì 25, sempre alle 19, la presentazione del libro di Elena Biagini L’emersione imprevista e una mostra che racconta il movimento delle lesbiche a Catania negli anni ’70 e ’80. A seguire la proiezione del docu-film Metamorfosi. Mercoledì 26, alle 19, verrà presentato invece il libro I movimenti omosessuali di liberazione di Mariasilvia Spolato, docente universitaria e prima lesbica in Italia ad aver fatto coming out, scomparsa qualche mese fa. Alle 21 la performance teatrale Amori (im)possibili, a cui seguirà il concerto di Patrizia Laquidara, che parteciperà al Pride gratuitamente.

Giovedì 27 sarà la giornata dedicata al teatro, con il laboratorio teatrale gratuito Human rights alle 16.30 e il concerto Gabriella Grasso, Samuela Schilirò e Simona Norato. Venerdì 28 alle 17 per la prima volta a Catania verrà eseguita la lettura delle fiabe contro gli stereotipi da parte di due drag queen catanesi, che la sera si esibiranno in uno show. Alle 19 la presentazione libro Amore e pregiudizio di Andrea Miluzzo, mentre a fine serata ci sarà un party per il 25° anniversario Cg Management. La settimana si concluderà sabato 29 con il corteo e il party di chiusura organizzato dal gruppo Pegaso al lido Jolly.

«Quest’anno ricordiamo anche il 50esimo anniversario dei moti di Stonewall, quando moltissime persone si sono ribellate ai soprusi della polizia rivendicando il loro diritto a essere come erano», sottolinea Giovanni Caloggero, consigliere nazionale di Arcigay. «E questo ci insegna – continua – che solo unendoci e collaborando si possono dare risposte efficaci a un clima sociale e politico repressivo. Negare la libertà a un solo soggetto vuol dire negarla all’umanità e a chi ci accusa di essere delle maschere carnevalesche rispondo: a carnevale le maschere si indossano, mentre al Pride si tolgono, per farci apparire nel nostro modo di essere, a volte anche esagerato».

Sulla stessa linea Riccardo Messina, presidente dell’associazione Queers, che spiega: «Abbiamo accettato la scommessa di entrare nel comitato per metterci in discussione rispetto ad altre realtà e ad altre persone. E devo dire che l’unione che si è creata è il risultato più bello e importante che abbiamo raggiunto fino a ora, dal punto di vista umano e politico».

«Siamo nati per opporci alle sentinelle che cercano di riparare il diverso – commenta Simona La Spina de I sentinelli di Catania, ala etnea del più ampio movimento milanese – E abbiamo accolto questo gentile invito alle armi, partecipando attivamente alla vita politica della città, perché fino a quando qualcuno chiamerà ricchione una persona omosessuale, non ci possiamo fermare». «I giovani di questa città ci sono e stanno cercando di riappropriarsi degli spazi – fa eco Nicoletta Spedalieri, presidente dell’associazione culturale musicale Revolver group -. Perché l’attivismo è ogni giorno e l’ignoranza si combatte con la cultura».

Tra i relatori anche Alice Di Vita della comunità resistenza piazzetta – cpo Colapesce, spazio cittadino recuperato e recentemente sgomberato. «Proviamo a fornire servizi sul territorio dove lo stato è assente, come il dopo scuola per stranieri e italiani che favorisce l’integrazione. E in questa logica ci siamo avvicinati alla lotta del Pride, che consideriamo importante soprattutto in questa fase storica che impone a tutti noi una riflessione e una presa di posizione». 


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