Il 28 e 29 novembre si inaugura la nuova stagione di Scenario pubblico, questanno dedicata allopera di coreografi contemporanei. E con la Sicilia come filo conduttore
Catania che danza. Anche al buio
Scelta curiosa quest’anno per la locandina della stagione 2008/2009 di Scenario Pubblico. Completamente nera, con la sola denominazione della stessa rassegna in cima. Metafora di un periodo “buio” della città, ma anche indice di un’estrema fiducia nei confronti di un pubblico affezionato che, secondo il direttore artistico Roberto Zappalà, “sa scegliere anche al buio”.
Dietro all’oscurità della pagina si nasconde un cartellone tutto rivolto alla danza contemporanea, seguendo una linea legata alle scelte artistiche e ad un maggiore approfondimento sulla coreografia italiana, sia storica che emergente. “Sono assolutamente convinto che sia giusto programmare la danza emergente accanto a quella affermata” – annuncia Zappalà – “per dare modo ai giovani coreografi di crescere in modo costante, sia attraverso le critiche positive che quelle negative”.
Ad inaugurare il settimo anno del teatro nel week-end del 28, 29 e 30 novembre sarà la Compagnia Zappalà Danza, compagnia di casa diretta dallo stesso Zappalà, che presenta in collaborazione con Gesti lo spettacolo “Instrument 1
Seguirà a dicembre, il 20 e 21, una compagnia siciliana a cui Scenario Pubblico ha da poco assegnato una residenza, la compagnia Loris Petrillo Danza. Il coreografo palermitano Loris Petrillo, dopo aver collaborato con teatri e compagnie di prestigio in Italia e in altri paesi europei, proporrà in prima assoluta la versione integrale di “La pelle del popolo nudo”, per 5 interpreti, già proposta in versione short durante il festival Uva Grapes della scorsa estate. Un’opera dedicata ad un momento significativo della storia italiana ed isolana in particolare, ovvero all’Evis (Esercito Volontario per l’indipendenza della Sicilia).
Il 10 e l’11 gennaio, dopo la pausa natalizia, sarà la volta di una compagnia ospite, Le Supplici, diretta da Fabrizio Favale, con un’altra esibizione per 5 interpreti, “Kauma”. Kauma, “calore ardente del Sole”, è un termine greco da cui deriva la nostra parola “calma”. È quello stato proprio del corpo che non ha intenzione di velocità, ma neanche di stasi. La costante visiva dello spettacolo è l’alternanza fra luce-oscurità combinata con lentezza-velocità-dinamica del danzatore.
A San Valentino la compagnia Sosta Palmizi presenta il solo “Alma” di Giorgio Rossi che, a partire da una poesia di Pablo Neruda, sfiora sentimenti forti come l’amore, la solitudine e la sensazione della morte. L’opera verte sul contrasto e l’opposto che è in noi, e il desiderio di reagire a questa inesorabile condizione. Sono inoltre citate alcune poesie di Cesare Pavese e qualche aforisma di Alda Merini.
Il 18 e il 19 aprile un’altra giovane compagnia sostenuta da Scenario Pubblico, Petranura Danza, diretta da Salvo Romania e Laura Odierna, evoca la Sicilia, terra d’origine dei due coreografi residenti a Lentini, già nel titolo dell’opera, “L’Albero di limoni”. Lo spettacolo racchiude in sé due frammenti (“Ceusa” e ”To è la curpa”) ma un unico filo conduttore: la difficoltà di comunicazione. I luoghi dell’immaginario e i desideri alimentano paure quando sconfinano nella realtà: dal terrore di non essere compresi, di risultare fragili o banali a quello di non sentirsi all’altezza del ruolo che le circostanze ci assegnano, paralizzando cosi la capacità naturale di esprimersi. Anche le differenze d’identità innalzano barriere, bloccando ogni tipo di slancio comunicativo.
Seguirà il lavoro di una compagnia tedesca, la Steptext Dance Project di Brema, con la quale Scenario Pubblico ha instaurato da diversi anni un rapporto proficuo di collaborazione e scambio. La compagnia, per il terzo anno nel foyer catanese, grazie anche al successo ottenuto nelle precedenti collaborazioni, proporrà questa volta “Darkland” per 5 interpreti, del coreografo austriaco Helge Letonja. Si tratta di un’esplorazione coreografica della poesia della scomparsa, della bellezza ambivalente, del disfacimento e dei processi distruttivi della frenesia della vita. Uno sguardo danzato che indaga la relazione tra i cambiamenti esterni e la trasformazione interna.
Negli ultimi tre giorni di maggio chiuderà il cartellone il corso di perfezionamento della Compagnia Zappalà Danza, dal nome Modem studio atelier, con una serata che vedrà in scena i 25 danzatori selezionati nei provini tenutesi in tutta Europa. Le danze sono state appositamente commissionate al coreografo italo/belga Matteo Moles, alla coppia Giannalberto de Filippis e Michal Mualem e a Roberto Zappalà.
Costo dell’abbonamento intero è di 55 euro, mentre è di 45 il ridotto (under 21, over 65, universitari, abbonati passate edizioni). Il singolo ingresso a serata invece ha un prezzo di 12 euro se intero e 10 euro se ridotto.
Novità dell’anno, fuori abbonamento, è la nuova creazione di Roberto Zappalà “A. semu tutti devoti tutti?”, un lavoro sugli elementi sacri e profani dei riti religiosi ispirato alla figura di S. Agata. Lo spettacolo inserito nel cartellone “TE.ST” del Teatro Stabile, coprodotto da Scenario Pubblico e dal Teatro Massimo Bellini di Catania, debutterà a fine gennaio in prima assoluta nelle sale di Scenario Pubblico, in via teatro Massimo.