Un giovane under 24 su due è senza lavoro. Quello della disoccupazione giovanile è il dato che rispecchia meglio l'angoscia che vive la Catania che si appresta a rinnovare sindaco, consiglio comunale e presidenti di municipalità. Ma dietro i numeri ci sono storie, progetti, bisogni ed effervescenze di 300mila persone. CTzen vi propone un instant book, da scaricare gratuitamente. Uno strumento per conoscere i candidati, i loro programmi, ma anche le richieste che vengono dal basso e tutto quello che c'è da sapere su queste elezioni
Catania al voto, tra speranze e problemi Storie e numeri della città in un elebook
«Non andrò a votare». Giovanni è un ragazzone di quasi due metri, sembra più giovane dei suoi trentacinque anni, è sposato e ha tre bambine, di cinque (gemelle) e due anni. Ma non ha rinunciato a lottare. «Lavoro in un supermercato, il mio capo è candidato alle elezioni. Mi trattiene una mensilità all’anno, non mi paga gli straordinari. Ma io devo stare zitto, ho già subito un richiamo e al prossimo mi butta fuori. In questo modo posso protestare, ho anche la scusa che in quei due giorni lavoro», dice, con il suo accento marcato da catanese e il sorriso furbo, di chi ha inventato una nuova forma di protesta: il non voto. La sua è una storia come tante a Catania, quella del lavoro subito, sfruttato. Rinunciare a un diritto per affermare la propria dignità, una novità che la disoccupazione, il lavoro precario e le statistiche non possono raccontare alla vigilia di elezioni che, con ogni probabilità, confermeranno l’eccezionale dato di astensione dal voto, intorno al 50 per cento.
Se quel lavoro lo perdesse, Giovanni sarebbe solo un numero, parte di quel quindici per cento di disoccupati che, secondo i dati del 2012 diffusi dall’Istat, stanno in Sicilia nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni, il centro della vita lavorativa per un uomo. Quel dato, tra i giovani fino ai trenta, nella provincia di Catania sale al 37 per cento. Rappresentano lo stato di una città che stenta a ritrovare la propria identità. E molti di loro, tra la crisi profonda dei settori trainanti della città edilizia e commercio un lavoro, che non sia a tempo determinato o in nero, non lo hanno mai visto.
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