Dietro alla gara ci sarebbe stato un sistema di minacce agli effettivi vincitori dei bandi appoggiato, secondo gli investigatori, anche dalla figlia, studentessa senza precedenti penali e raggiunta da un provvedimento di obbligo di presentazione
Castronovo, appalti truccati con l’aiuto di impiegati comunali «Fondamentale apporto ex sindaco per chiudere il cerchio»
Tutto è partito dall’appalto relativo al trasporto scolastico comunale indetto dal Comune di Castronovo di Sicilia, che secondo i carabinieri sarebbe finito in mano a un imprenditore pluripregiudicato e condannato per mafia, il tutto condito, pare, dalla compiacenza di segretari comunali e dirigenti dell’amministrazione a scapito di quello che investigatori chiamano libera concorrenza e trasparenza nelle gare d’appalto. «Un pallino fisso quello di Antonio Biancorosso di controllare e gestire le gare d’appalto. Lo aveva fatto anche nell’anno precedente – sottolinea il tenete colonnello Luigi De Simone della Compagnia di Lercara Friddi – riuscendo a intimidire la ditta appaltatrice. Invece quest’anno gli è andata male».
«La gara per l’anno 2017 aveva un valore di 31mila euro – continua il militare – Agli occhi di molti potrebbe essere un valore modesto ma dobbiamo considerare che stiamo parlando di un paese come Castronovo e la mafia fa sentire il suo potere anche tramite queste operazioni illecite in grado di incidere sul tessuto economico». E i metodi usati da Biancorosso sarebbero stati tutt’altro che leciti e avrebbero richiamato le consuete tecniche intimidatorie mafiose, ne sa qualcosa l’imprenditore della ditta di San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento, vincitore ufficiale del bando.
«Attraverso minacce verbali Biancorosso, come riferito da alcuni pentiti esponente della famiglia mafiosa di Castronovo, avrebbe esercitato pressioni nel confronti del primo aggiudicatario – racconta ancora il comandante Luigi De Simone – attraverso intercettazioni e una chiamata da parte del precedente sindaco, abbiamo chiuso il cerchio. Purtroppo devo dire che l’imprenditore non ha collaborato direttamente forse per la paura e per la caratura criminale del Biancorosso, ma siamo ugualmente andati avanti».
Un sistema ben collaudato quello di Biancorosso, appoggiato, secondo gli investigatori anche da un insospettabile prestanome. A mantenere infatti l’alea di legalità, ci avrebbe pensato la figlia, Bruna, studentessa senza precedenti penali e raggiunta da un provvedimento di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’operazione iniziata nel 2016 e portata avanti dai carabinieri di Lercara Friddi sono rimasti coinvolti anche il Segretario Comunale, Gerlando Sghembri, il responsabile dell’Ufficio scolastico Maria Elisa Scaglione, il responsabile dell’Ufficio Lavori pubblici Fausto Alfonso e l’impiegato Mario Gattuso del Comune di Castronovo di Sicilia, tutti adesso ai domiciliari. Per loro l’accusa è di di estorsione aggravata, rivelazione ed utilizzazione di segreto d’ufficio, turbata libertà degli incanti, abuso d’ufficio e trasferimento fraudolento di valori. Con il provvedimento cautelare è stato anche disposto il sequestro preventivo della somma pari all’appalto conseguito illegalmente, nonché della ditta di trasporti di Biancorosso.