A parlare, poco dopo la fine dell'incontro tra i primi cittadini del comprensorio nebroideo, è Nino Musca, il sindaco di Sinagra dove ricade l'hotel in cui da venerdì notte sono alloggiati circa 50 migranti. Durante l'assemblea qualcuno ha chiesto di affermare la distanza da posizioni razziste. «Non lo siamo, ma ci vuole più coinvolgimento»
Castell’Umberto, sindaci riuniti dopo la protesta «Solidarietà Salvini? Se strumentale non serve»
«Salvini ci dà la solidarietà? Bisogna vedere a cosa si riferisce». Risponde così il sindaco di Sinagra, Nino Musca, pochi minuti dopo la conclusione dell’assemblea che questa mattina, nonostante il maltempo che si è abbattuto sui Nebrodi, ha visto riunirsi una trentina di sindaci del comprensorio per fare il punto della situazione dopo la protesta eclatante del sindaco di Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, che due sere fa ha chiamato a raccolta i propri cittadini per manifestare contro l’arrivo di una cinquantina di migranti all’hotel Canguro.
La struttura ricettiva, che dopo la fine delle attività turistiche a fine 2016, sarà gestita da tre coop che operano nel mondo dell’accoglienza. L’hotel, pur trovandosi a ridosso di Castell’Umberto, ricade nel territorio di Sinagra. «La riunione è servita per ribadire una volta di più il convincimento mio e dei miei colleghi circa l’esigenza di un maggiore coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche nella gestione dei flussi migratori – commenta Musca -. La questione infatti sta nell’oggettiva difficoltà a fronteggiare novità di questo tipo, da un punto di vista sia logistico che di rapporto con la popolazione, senza avere la possibilità di interloquire con la prefettura».
In tal senso, già qualche settimana i sindaci, in previsione della distribuzione sul territorio dei migranti, avevano chiesto un incontro con l’organo territoriale del governo, ottenendo soltanto un appuntamento per il 14 luglio ma alla presenza dei soli funzionari. «Al momento la realtà ci dice che dei privati rispondendo a manifestazioni di interesse possono autonomamente decidere dove i migranti vanno alloggiati – continua Musca -. Trovo abbastanza assurdo che un Comune non sappia nulla se non a cose fatte».
Durante l’assemblea, durata circa due ore e svoltasi nell’aula consiliare di Castell’Umberto, c’è stato anche chi ha cercato rassicurazioni sulle motivazioni che hanno spinto i primi cittadini a prendere una posizione così netta. «Qualcuno ci ha chiesto di ribadire che non siamo razzisti e la risposta è che non lo siamo», assicura Musca. E sulle parole del leader leghista, che da Piacenza si è detto vicino ai sindaci messinesi, Musca taglia corto: «Prendere le distanze da Salvini? Se la sua solidarietà travalica la semplice richiesta di avere più voce in capitolo nella gestione dell’accoglienza, è un’attestazione che non ci interessa».
Nel frattempo, il segretario di Noi con Salvini, Angelo Attaguile, riaccende la polemica: «Settemila sbarchi nel solo fine settimana tra Sicilia, Puglia e Calabria. Siamo ormai al collasso e rivolte come quella avvenuta nel Messinese testimoniano che in Sicilia la misura è ormai colma da troppo tempo», ha commentato.
Prima dell’inizio della riunione tra i sindaci, dalla prefettura di Messina hanno fatto sapere che «la situazione nell’ex hotel è tranquilla, non è in atto alcuna protesta». Ad affermarlo è stato il capo di Gabinetto, Caterina Minutoli, che, pur avendo dichiarato la disponibilità ad ascoltare le osservazioni dei primi cittadini, ha aggiunto: «Non sappiamo ancora se e quando saranno spostati i migranti, al momento non vediamo l’esigenza di questa scelta».
Nel pomeriggio, invece, il sindaco di Castell’Umberto ha annunciato l’allestimento di un presidio all’esterno dell’hotel. «Tra qualche ora effettueremo il presidio e lo manterremo anche nei prossimi giorni, finché i migranti non verranno spostati in una struttura migliore. Il prefetto di Messina – ha detto Lionetto Civa – ci ha assicurato che questo verrà fatto tra qualche giorno e noi aspettiamo fiduciosi».