Gli italiani sono l’unico popolo in grado di parlare di cibo a tavola. Non è solo uno stereotipo, perché la gastronomia continua ad essere tra i più grandi patrimoni della nostra nazione e, in Sicilia, questa sacrosanta verità tocca l’apice. Una motivazione più che sufficiente per incentivare l’interesse di Ron Reisz, cuoco di successo a Seattle ma dal sangue siculo. Tornato in Italia in cerca delle proprie origini, ha scelto di girare un documentario dal tema enogastronomico: The secret ingredients. Lo scorso maggio ha fatto tappa a Castelbuono, città dei propri antenati.
Reisz sta preparando un documentario che verrà distribuito da Netflix nei prossimi mesi; si è spostato in tutta Europa e, parlando di enogastronomia, era necessario fermarsi in Sicilia. Al centro delle sue ricerche i dolci che la rendono famosa in tutto il mondo: il cannolo e la cassata. Reisz è entrato nelle cucine della pasticceria Sferruzza, incontrando Vincenzo e Alessio, padre e figlio, che gli hanno mostrato e fatto gustare i sapori delicati e ricchi della ricotta dolce: «Il cannolo è una prelibatezza che tutti ci invidiano – spiega Vincenzo Sferruzza – perché si ottiene unicamente con materie prime di cui fortunatamente siamo ricchi; nelle pasticcerie è quasi abbandonato perché esige molto lavoro e si preferiscono i semi-preparati, ma il cannolo appartiene a una lunga tradizione, si tramanda da generazioni e per questo merita che si lavori con pazienza e acquisendo sempre più esperienza».
È lo stesso Vincenzo a spiegare in lingua inglese – grazie a un lungo periodo trascorso in America per il pasticcere castelbuonese – tutte le fasi della realizzazione della buccia del cannolo che deve essere crunchy (friabile); le immagini riprendono il momento in cui la scorcia viene fritta e fatta asciugare per poi essere guarnita. Il segreto è nell’impasto, come si evince dalle riprese sulle cassatelle tipicamente di colore verde e guarnite con un frutto rosso. La crema di ricotta, delicata e consistente, fa da padrona: a confermarlo sono le espressioni nel volto di Reisz, perché è difficile usare parole quando l’unico organo che potrebbe spiegarlo davvero è il palato: «La sua reazione è stata molto spontanea, è rimasto sbalordito da quei sapori; per girare il documentario non abbiamo preparato niente, è stato abbastanza naturale accoglierlo nella nostra cucina».
Una vetrina di assoluta importanza, dati i numeri della società, fra le più seguite in abbonamento, e che ospita centinaia di Serie Tv di successo, film e documentari racconterà quindi uno spaccato dell’Isola e delle Madonie, puntando i propri riflettori su quello che fuori tutti ci invidiano: la qualità e l’unicità dei prodotti. «Se guardassimo alle nostre ricchezze come gli stranieri che arrivano da fuori punteremmo maggiormente sul territorio, su quello che può offrire e torneremmo a investire su di esso, abbandonando il triste ripiego dell’emigrazione».
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