Castaldaccia, un mega-appalto per l’illuminazione pieno di ‘ombre’

di Lorenzo Canale

Un affare da quasi 10 milioni di euro, quello dell’illuminazione pubblica a Casteldaccia. Per i prossimi 25 anni il Comune dovrà versare 380 mila euro l’anno alla ditta di Giuseppe Sala, detto Carmelo, grande sostenitore del sindaco Giovanni Di Giacinto, che da decenni gestisce tutti i lavori di manutenzione e pubblica illuminazione grazie a ordinanze di affidamento diretto o gare pro forma, con ribassi minimi, nelle quali tutti sanno chi sarà l’aggiudicatario, e alle quali partecipa solo la sua ditta.

Carmelo Sala gestisce pure l’illuminazione votiva del cimitero, ereditato dal padre, che per 40 anni ha gestito il servizio grazie a convenzioni rinnovate spesso in violazione di legge.

Questo significa che per i prossimi 25 anni Casteldaccia sarà tagliata fuori dalle innovazioni tecnologiche e da ogni possibilità di risparmio sull’illuminazione pubblica.

Succede così che, mentre il presidente della Regione, Rosario Crocetta, parla di fotovoltaico ed energie alternative, mentre in Sicilia si cerca di trovare il modo di rivoluzionare la questione energetica, il Comune di Casteldaccia – comunque vada – dovrà sborsare i suoi 380 mila euro l’anno alla ditta di Carmelo Sala. 130 mila per la manutenzione e ben 250 mila per il consumo energetico. Un appalto pubblico che raggiunge l’importo record di 9 milioni e mezzo di euro. Una cifra stratosferica per un Comune di 10 mila abitanti come Casteldaccia. Ma tant’è.

Come mai tutto quest’interesse ad affidare quest’appalto? Perché tutto questo potere alla ditta Sala? Perché nessun’altra ditta partecipa alle gare? È la vicenda del Project Financing, che per due anni ha messo a ferro e fuoco il Comune di Casteldaccia, mostrando tutta la prepotenza del Sindaco, che a tutti i costi ha voluto imporre questo spreco enorme di denaro pubblico a favore di una precisa ditta privata, in barba ad ogni idea di sviluppo e di bene comune.

Una storia conclusa temporaneamente con l’affidamento dell’appalto – dopo la solita gara a cui ha partecipato solo una ben precisa ditta – il 15 ottobre 2012.

Project Financing è una nuova formula di gestione di opere e servizi pubblici. In pratica, una ditta privata investe fondi propri per un’opera pubblica e poi ha il diritto di sfruttare i proventi di quell’opera o quel servizio per un certo lasso di tempo.

Per il caso dell’illuminazione pubblica di Casteldaccia, l’importo di 1.704.240,88 euro (un milione e 704 mila euro e rotti) è l’investimento privato, mentre il Comune – per le bollette e la manutenzione – garantisce un canone annuo di 380 mila euro per 25 anni. Prezzo fisso, garantito. Nessun margine per manovre di risparmio, innovazione tecnologica e nuova politica energetica.

Vediamo così che a Casteldaccia una soluzione teoricamente vantaggiosa per l’ente pubblico, come quella del Project Financing, viene piegata a logiche che non fanno certo l’interesse collettivo.

Tutto comincia a fine 2009, quando l’amministrazione Di Giacinto decide per un super appalto per Carmelo Sala, una sorta di grosso “regalo” di fine sindacatura. Il 21 dicembre viene pubblicato l’avviso pubblico per la scelta del promotore del Project Financing. Ovviamente partecipa una sola ditta, che il 15 ottobre 2010 viene nominata Promotore con diritto di Prelazione.

La vicenda è troppo grossa. Si ribellano i tecnici comunali, in primis il capo area ai Lavori Pubblici, Rosalba Buglino, che figura anche come Responsabile Unico del Procedimento (RUP).

Il 4 gennaio 2011 è la stessa commissione di gara che scrive al Sindaco. Questa gara d’appalto va sospesa perché – sostengono il RUP Rosalba Buglino, la segretaria comunale, Teresa La Grassa e l’ingegnere Dell’Ufficio Tecnico, Alfio Tornese – lo studio di fattibilità redatto agli inizi dell’2009 è ormai vecchio, superato.

“Nel corso degli ultimi anni la tecnologia in materia energetica ha registrato notevoli evoluzioni, specialmente in materia di risparmio dei consumi. Infatti sono arrivate diverse offerte di adeguamenti e/o riconversione degli impianti di Pubblica Illuminazione che lasciano intravedere vantaggi economici per il nostro Ente rispetto alla ‘vecchia’ soluzione prevista”.

In altre parole, l’appalto in questione non è certo l’ “offerta economicamente più vantaggiosa”. Occorre sospendere il procedimento, scrivono i tecnici, individuare soluzioni migliori e nominare un tecnico esperto nel settore energetico. Inoltre, sulla questione, è bene che si esprima il Consiglio comunale, che rappresenta la cittadinanza e che ha la competenza di decidere su tutte le convenzioni e l’esternalizzazione di servizi. In altre parole, ogni volta che si decide per un impiego extra di soldi pubblici.

Ma il Sindaco fa orecchie da mercante. Il 10 gennaio 2011 risponde che “sospendere l’eventuale pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della proposta progettuale presentata dal promotore non consentirebbe la presentazione di eventuali proposte migliorative”.

È troppo tardi per nuove proposte, sistemi per far risparmiare il Comune. Alla fase in cui siamo giunti, sostiene il Sindaco, non si può far altro che proseguire con il procedimento. L’appalto s’ha da fare, dice il primo cittadini di Casteldaccia, a tutti i costi.

Viene da chiedersi: perché questa fretta? Forse perché la fine della sindacatura incombe? Sul ruolo del Consiglio comunale, poi, il Sindaco dà l’ennesima dimostrazione di prepotenza. Scrive che il Consiglio si è già espresso, approvando il project financing sull’illuminazione pubblica all’interno del Piano Triennale delle Opere Pubbliche.

E’ un’assurdità. Da qui in poi, il Sindaco o il suo portavoce, l’assessore Vincenzo Accurso, ripeteranno queste parole in tutte le sedi, nei documenti ufficiali e nelle interviste alla stampa e in tv.

In realtà, il Consiglio comunale non ha mai avuto modo di esprimersi sul mega appalto. E ricordiamo che, secondo le norme vigenti, è sua competenza decidere su ogni convenzione ed esternalizzazione di servizi. E’ stata la Giunta ad approvare lo studio di fattibilità, il documento dove viene illustrata per benino l’operazione relativa all’ Illuminazione di Casteldaccia. Il Piano Triennale è soltanto un elenco di opere pubbliche, senza nessun dettaglio preciso riguardo ai costi e alle modalità di gara.

C’è da dire inoltre che l’emendamento al Piano Triennale dov’era inserito il Project Financig dell’illuminazione pubblica è stato presentato direttamente al Consiglio comunale l’8 luglio 2009, in violazione alle regole, perché doveva essere presentato 60 giorni prima della votazione. In altre parole, l’ennesimo colpo di mano dell’amministrazione Di Giacinto.

Un’amministrazione che pone la volontà del Sindaco al di sopra di tutto. Delle regole, del Consiglio comunale, perfino dei tecnici che lavorano all’interno del proprio Comune.

Nel marzo 2001 Rosalba Buglino attacca di nuovo la scelta di affidare a tutti costi l’illuminazione di Casteldaccia alla ditta di Carmelo Sala. Una ditta che, scrive in una lettera ufficiale , “non ha i requisiti di carattere economico-finanziario e tecnico-organizzativi” per essere idonea al mega appalto.

La ditta, anche formalmente, è inadeguata ad eseguire un lavoro del genere. La decisione del Sindaco non solo va contro gli interessi dei casteldaccesi, ma va pure contro le norme vigenti.

Più nello specifico, scrive la Buglino: “La ditta non in possesso dei requisiti… previsti per il concessionario dall’art.98 del D.P.R. 554/1 si è obbligato nei confronti della P.A. già al momento della presentazione della proposta ,ad associarsi in A.T.I. L”art,98 del D.P.R.554/1999 detta i requisiti soggettivi che devono essere posseduti dai concessionari di lavori pubblici nella duplice ipolesi che siano esecutori in proprio dell’intervento ovvero che non eseguono le lavorazioni con la propria organizzazione di impresa.

Essi sono:

a) fatturalo medio relativo alle attività svolte negli ultimi cinque anni antecedenti alla pubblicazione del bando non inferiore al 10% dell’investimento previsto per l’intervento;

b) capitale sociale non inferiore a 1/20 dell’investimento previsto pei l’intervento;

e) svolgimento.negli ultimi cinque anni.di servizi affini a quello previsto per l’intervento non inferiore al 5% dell’investimento previsto per l’intervento:

d) svolgimento,negli ultimi 5 anni.di almeno un servizio affine a quello previsto per

l’intervento per un impone medio pari ad almeno il 2% dell “investimento previsto per l’intervento”.

Viene dato il via a un procedimento di revoca, ma il Sindaco si mette di nuovo di traverso. Inizia così una girandola di avvocati e pareri legali volti soltanto a ritardare le cose. Ma la volontà del Sindaco, anche davanti alle opposizioni del suo ufficio tecnico, è incrollabile.

Nell’ottobre 2011 Rosalba Buglino viene sollevata dall’incarico di Capo Area ai Lavori Pubblici, subito dopo arrivano le sue dimissioni da Responsabile Unico del Procedimento.

Caduta la testa della Buglino, il Sindaco può procedere verso il suo intento. Il 12 dicembre 2011 viene nominato RUP Michele Cara Pitissi, lo stesso che firmò il famigerato studio di fattibilità. Quattro fogli in totale. Violazioni delle regole dell’autorità di vigilanza?

E’ bene ricordare, inoltre, che il progetto presentato dalla ditta Sala (mai approvato, tra l’altro, dal Consiglio comunale) reca la firma di un certo ingegnere Giuseppe Alagna, che non a caso è anche il consulente di fiducia del Sindaco Giovanni Di Giacinto, che negli ultimi anni gli ha affidato e rinnovato importanti incarichi di consulenza presso il Comune di Casteldaccia.

A questo punto il gioco è fatto. Il bando definitivo – quello con cui si decide materialmente l’affidamento dei lavori – viene pubblicato nel luglio 2012. La ditta di Carmelo Sala è l’unica a partecipare, nessun’altra ditta, da tutta la Sicilia, osa partecipare per un appalto così sostanzioso.

La ditta Sala si aggiudica la gara il 5 ottobre 2012. Forse l’operazione più grossa dell’amministrazione di Casteldaccia negli ultimi decenni.

Ragazzi: 10 milioni di euro di appalto e nessuno che partecipa. Vincitrice annunciata, sempre la solita ditta, che si fa firmare i progetti dal consulente di fiducia del Sindaco.

Il primo cittadino, dal canto suo, fa di tutto, mette pressione alla ‘macchina’ comunale, scavalca ruoli e competenze, pur di affidare l’appalto.

Ricordiamo che Casteldaccia fa parte di un territorio difficile, che sconta decenni di malgoverno, criminalità organizzata e omertà. Ma l’ingiustizia è troppo grande, e certe cose saltano agli occhi.

A fine novembre Casteldaccia viene scossa da un’intensa campagna elettorale per l’elezione dell’Assemblea regionale siciliana. Il suo Sindaco, il padre padrone Giovanni Di Giacinto, si candida con la lista di Rosario Crocetta e viene eletto con 3 mila 148 preferenze, di cui 1.336 solo a Casteldaccia. Durante le votazioni, il candidato si piazza davanti ai seggi a distribuire volantini. Al suo fianco i suoi mastini napoletani. Uno di questi è proprio Carmelo Sala.

Giovanni Di Giacinto è oggi parlamentare regionale della Lista Crocetta. Anzi, è il capogruppo. Nel nome del ‘rinnovamento’ della politica e della ‘Rivoluzione’ annunciata dal presidente Crocetta…

 

I lettori interessati a questa storia possono consultare i documenti nel blog di Lorenzo Canale (www.lorenzocanale.it)

 

 


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