Da due anni a questa parte è successo più volte che parlamentari e dipendenti di Sala d'Ercole vangano pagati in ritardo. Ma non potere pagare chi fornisce beni e servizi al Parlamento siciliano non era stato messo nel conto. Il ruolo della Ragioneria generale della Regione
Casse vuote all’Ars: non si pagano nemmeno i fornitori A metà novembre non ancora erogati 50 milioni di euro
I paradossi della politica siciliana non finiscono mai. Proprio mentre il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, prova a imprimere una svolta autonomista alla politica siciliana, si scopre che lo stesso Parlamento dell’Isola non è proprio autonomo, se è vero che in cassa non ha un euro. Incredibile ma vero: Sala d’Ercole è al verde. E gli uffici, ormai da qualche tempo, non riescono a pagare i fornitori. Non è un bel messaggio, per l’Ars. Non è un bel messaggio per l’Autonomia regionale rappresentata dallo Statuto e dal Parlamento. E non è una bella cosa per tutta la politica siciliana. Anzi.
Questa volta non può essere presa la scusa che l’Ars è sciupona. Perché proprio quest’anno sono arrivati tagli per i parlamentari (modesti, certo: ma sono arrivati anche per loro) e per tutto il personale, dai commessi al segretario generale (soprattutto per quest’ultimo, al quale è stata dimezzata l’indennità). Detto questo, scavando tra i conti dell’Ars si scopre che, all’appuntamento, a metà novembre, la Ragioneria dell’Amministrazione regionale non ha ancora corrisposto al Parlamento siciliano quasi 50 milioni di euro di quest’anno. Da qui le casse vuote. E i fornitori che attendono. Non senza perplessità. Perché, in effetti, non era mai capitato di non pagare i fornitori.
Certo, da quando alla presidenza della Regione è arrivato Rosario Crocetta, le somme che la Ragioneria generale della Regione deve corrispondere all’Ars arrivano più in ritardo del solito. E in questi due anni non sono certo mancate le polemiche con lamentele da parte degli stessi parlamentari. Ma arrivare a non potere pagare i fornitori, beh, questa non è cosa di tutti i giorni. I rapporti tra la presidenza dell’Ars e il presidente della Regione non sembravano brutti. Ricordiamo che, in occasione della mozione di sfiducia al presidente della Regione, Crocetta è arrivato a quota 44 voti grazie al suo voto e grazie anche al voto – piuttosto insolito – del presidente Ardizzone. Voto bizzarro, lo ribadiamo, perché il presidente dell’Ars, di solito, non partecipa alle votazioni per questioni di bon ton istituzionale (è pur sempre il garante dell’intera Assemblea regionale siciliana). Insomma, appena qualche settimana fa il presidente Ardizzone (assieme a tre assenze dalle parti del centrodestra) ha contribuito ad alterare il risultato voto d’Aula sulla mozione di sfiducia, finito 44 a 36, ma che, in realtà, dovrebbe essere 42 a 39.
Volendo, la presa di posizione che Ardizzone ha adottato in aperta polemica nei confronti di Crocetta sabato scorso, quando ha rimproverato al presidente della Regione di essere poco autonomo da Roma, invitandolo a rispettare il voto del Parlamento, è troppo recente per giustificare la carenza di liquidità dell’Ars, che risale ormai a un bel po’ di giorni, se non di settimane. Scarsa attenzione del Governo verso le condizioni finanziaria dell’Ars? Dispettucci di Crocetta, se è vero che in Aula – tolte le mozioni di sfiducia – il suo Governo va spesso giù? Un fatto è certo: dalle casse dell’Ars, a metà novembre mancano circa 50 milioni di euro. E non si pagano i fornitori. Questo è un dato oggettivo. Il resto sono chiacchiere.