Malgrado le dimenticanze e le omissioni, emerge un filo conduttore: nei casi presi in esame durante l’udienza di oggi gli ex pazienti non sarebbero passati dal Cup per prenotare l’intervento e sarebbe stato loro suggerito di sottoporsi a ulteriori operazioni in realtà non necessarie a titolo gratuito
Caso Tutino, ascoltati cinque testimoni Tante le contestazioni e i «non ricordo»
Continua il processo a carico di Matteo Tutino, l’ex primario di Villa Sofia imputato per concorso in truffa aggravata e abuso d’ufficio. Oggi è stato il giorno dedicato ai primi testimoni. Sono stati infatti sentiti cinque ex pazienti del chirurgo plastico, difeso dall’avvocato Carlo Taormina. Insieme a lui sono rinviati a giudizio anche Giacomo Sampieri, ex manager dell’ospedale palermitano, Damiano Mazzarese, dirigente del dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell’azienda ospedaliera, l’ispettore della Digos Giuseppe Scaletta e la moglie genetista Mirta Baiamonte, accusati a vario titolo di truffa, abuso d’ufficio e tentato abuso d’ufficio.
«Mi disse che a livello estetico sarebbe venuta fuori una bella cosa e mi convinse», dice in aula l’ex paziente. Il giovane si era rivolto a Tutino per un problema di ginecomastia: bisognava ridurre la ghiandola mammaria, che causava un eccesso di prolattina. L’intervento viene eseguito nel 2013, ma a questo ne segue un altro per ridurre l’addome. «Non fu una mia richiesta, me lo suggerì il dottore – dice il testimone – Mi propose pure un altro intervento sempre a titolo gratuito al naso, per un fattore estetico diceva lui, ma ho rifiutato». Il giovane non aveva dolori gravi o una patologia ricollegabile all’addome, e non era in sovrappeso: «In quel periodo ero fissato con la palestra, avevo un po’ di pancetta – dice – Ma era gratis, quindi perché non farlo?».
Tra questo e il caso di altri ex pazienti c’è sempre lo stesso comune denominatore: il passaggio obbligatorio dal Cup, il Centro unico prenotazioni in cui fissare l’intervento a cui sottoporsi. Al momento della deposizione tutti avevano sostenuto di avere saltato questo passaggio. Oggi alcuni hanno confermato la loro versione ma c’è stato anche un cambio di fronte e i «Non mi ricordo sinceramente», la frase più ricorrente dell’udienza di oggi. Malgrado lo spirito collaborativo e la disponibilità dimostrata dai cinque testi sentiti in aula, infatti, sono frequenti le contestazioni mosse dal pm Luca Battinieri. A lasciare perplessi sono alcune dichiarazioni rilasciate durante i colloqui con i magistrati nel 2013 e non confermate oggi, tra omissioni e dimenticanze. «Qui c’è la registrazione fonografica – ricorda a un certo punto la presidente di corte Vincenzina Massa – La richiamo al suo obbligo di dire la verità», dice rivolgendosi a un’ex paziente intenzionata soprattutto a lodare l’ex primario: «Lo stimavo all’epoca quando mi sono affidata alle sue cure e lo stimo ancora oggi», ribatte la testimone.
I toni si accendono ancora sul finire dell’udienza, quando l’avvocato Taormina insiste nel sottoporre una serie di domande all’ultima donna seduta al banco dei testimoni, che però più volte si incarta fra le dichiarazioni rese nella deposizione di quattro anni fa e quelle ripetute oggi in aula: «Avvocato non usi questo tono duro con la signora – irrompe ancora la giudice – Non è lei l’imputata». Nella prossima udienza di marzo si proseguirà ancora con l’audizione degli ex pazienti del chirurgo plastico, che oggi era presente in aula.