Caso Saguto, oggi l’udienza preliminare a Caltanissetta «Giudice non influenzato da media e voglie popolari»

Muove i primi passi il processo contro la giudice Silvana Saguto e i suoi presunti complici rimasti coinvolti insieme a lei nelle indagini sulla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo e la gestione dei beni confiscati. Questa mattina si è svolta a Caltanissetta l’udienza preliminare per 19 dei venti indagati, nessuno presente in aula. Uno di loro, l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, ha scelto il giudizio immediato. Per lui, uno dei personaggi chiave del caso Saguto, inizierà tutto a ottobre. Dovranno rispondere davanti al gup nisseno Marcello Testaquatra giudici, avvocati, amministratori giudiziari, funzionari della Dia e anche insospettabili docenti universitari. Tutti parte di quel famoso cerchio magico, secondo l’accusa sostenuta dai pm Cristina Lucchini, Maurizio Bonaccorso, Claudia Pasciuti e dal procuratore capo di Caltanissetta Amedeo Bertone. Rispondono a vario titolo di reati che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, ma c’è anche l’abuso d’ufficio, il falso, la truffa aggravata e il peculato.

«L’udienza è durata più di due ore, la maggior parte del tempo è stata dedicata alle richieste di costituzione di parte civile – 15 in tutto – e alle motivazioni delle stesse», racconta a MeridioNews l’avvocato Giuseppe Dacquì, legale di Francesca Cannizzo, ex prefetta di Palermo. Tra le richieste di costituzione ci sono quelle della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero della Giustizia, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, e ancora dell’Agenzia delle entrate e del Comando generale della guardia di finanza. La lista prosegue con l’Agenzia nazionale per i beni confiscati e le amministrazioni giudiziarie dei sequestri e confische Rappa, Ingrassia, Acanto, Vetrano, Buttitta, Leone, Di Bella, Veragel, Motoroil, i dipendenti di Acanto e i soci dell’imprenditore Rappa. «Noi difensori e anche la Procura abbiamo chiesto un termine per visionarle tutte e interloquire sul punto nella prossima udienza di luglio». Durante la quale il gup dovrà anche esprimersi in merito a un difetto di notifica nei confronti del difensore di un imputato.

«L’atmosfera era quella di un processo naturalmente importante, delicato e mediatico, però per noi addetti ai lavori è un normale processo – continua l’avvocato Dacquì – Un procedumento che certo ha una sua fisionomia e le sue caratteristiche anche per la qualità dei soggetti implicati, è normale che ci sia molta attenzione su di esso. Credo ovviamente nella terzietà del giudice, cioè che non si faccia mai influenzare dai media e dalle voglie popolari, deve rimanere distaccato, sereno, imparziale ed equidistante. Quindi non credo che questa importanza del processo possa in un certo modo influenzare, in un senso o nell’altro, la sua futura decisione». Oltre alla magistrata, sono coinvolti anche alcuni membri della sua famiglia, primo fra tutti il marito Lorenzo Caramma, a cui viene contestato il concorso eventuale nella corruzione: veniva coinvolto in modo occulto come coadiutore nelle pratiche di sequestro. Un tramite attraverso il quale l’avvocato Cappellano Seminara faceva arrivare alla giudice i soldi,il prezzo della corruzione. Seguono a ruota il padre di lei,Vittorio Pietro Saguto, e il figlio Emanuele Caramma, anche lui coinvolto illecitamente nelle procedure di prevenzione.

Dopo i parenti ecco anche i nomi illustri, come il giudiceTommaso Virga, ex componente del Csm che secondo gli inquirenti avrebbe esercitato istigazioni nei confronti di Saguto per fare in modo che il figlio Walter, coinvolto nell’inchiesta, fosse nominato amministratore giudiziario. Molti anche i colleghi di collegio della magistrata, daFabio Licata, anche lui coinvolto nelle indagini per il suo concorso nella nomina di Virga junior come amministratore giudiziario, aLorenzo Chiaramonte, al quale viene contestato il reato di abuso d’ufficio per la nomina ad amministratore giudiziario di Antonino Ticali, indagato a sua volta. E ancora RobertoDi Maria,Maria IngraoCalogera MantaAulo Gabriele Gigante ed ElioGrimaldi.

Ma i nomi illustri continuano: è il caso di Rosolino Nasca, tenente colonnello della guardia di finanza e in servizio alla Dia di Palermo, che nel 2015 promette alla giudice Saguto di fare in modo che il marito venga coinvolto nelle pratiche di sequestro. E c’è anche un insospettabile come LucaNivarra, professore di diritto civile all’Università e presidente dell’Accademia delle Belle arti di Palermo. Secondo gli inquirenti anche lui sarebbe coinvolto nei rapporti di convenienza fra la giudice e i Virga. Chiudono l’elenco gli amministratori giudiziari Roberto Nicola Santangelo Carmelo Provenzano: il loro ruolo fra aprile e maggio 2015 era quello di coinvolgere nelle amministrazioni giudiziarie, con l’avallo di Silvana Saguto che autorizzava le nomine, i propri congiunti più stretti, spesso con incarichi di facciata utili solo a giustificare esborsi di denaro pur in assenza delle prestazioni dovute.


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