L'esito giudiziario del processo di primo grado rompe diversi equilibri. Ai piedi dell'Etna alcuni esponenti del centrodestra ipotizzavano una possibile candidatura alla Regione. Intanto sul fronte di Fratelli d'Italia permane il silenzio
Caso Pogliese, i possibili effetti sulla politica siciliana Condanna può favorire la ricandidatura di Musumeci
L’ingranaggio, o almeno una parte, sembra essersi rotto bruscamente. La condanna per peculato e la sospensione di 18 mesi da sindaco per Salvo Pogliese è un boccone amaro da digerire. Parafrasando la boxe il primo cittadino sospeso è apparso come un pugile ferito, messo all’angolo. Ma che ha ancora nutre una speranza di potercela fare. Tutto è legato ai tempi della giustizia. L’eventuale assoluzione in Appello nel processo spese pazze potrebbe infatti sovvertire nuovamente gli equilibri della partita ma prima di arrivare all’epilogo ci vorranno ancora diversi mesi. Intanto a saltare non è soltanto la guida del capoluogo etneo, con la sostituzione del vicesindaco Roberto Bonaccorsi, ma anche l’idea che Pogliese potesse ambire al ruolo di successore di Nello Musumeci come candidato del centrodestra alle prossime elezioni regionali.
Qualcosa negli ultimi mesi, spiegano dalla pancia del centrodestra, si stava effettivamente muovendo. Almeno sul fronte orientale dell’Isola. Più complicata – come hanno sperimentato in passato sia Musumeci che Raffaele Lombardo – l’interlocuzione con i colonnelli del fronte palermitano, con in testa Gianfranco Miccichè. Condanna e sospensione però sembrerebbero spianare la strada al tentativo di un Musumeci-bis, magari dopo avere ufficializzato la federazione con la Lega di Matteo Salvini. Ed è proprio dal Carroccio che sono arrivati i comunicati di maggiore sostegno a Pogliese. Dall’assessore all’Ambiente Fabio Cantarella fino al commissario della Lega in Sicilia Stefano Candiani. Non hanno fatto mancare un pensiero il leader di Forza Italia e assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e lo stesso Musumeci.
Tutti però hanno notato un certo silenzio nell’ambiente di Fratelli d’Italia. Ieri Giorgia Meloni ha affrontato la trasferta elettorale in Campania per lanciare la candidatura di Stefano Caldoro alla Regione. Nel pomeriggio il comizio a piazza del Popolo. Pogliese e Meloni si conoscono da una vita ed è improbabile che una sentenza di primo grado possa interrompere il matrimonio politico, consumato soltanto un anno fa nella cornice dell’hotel Sheraton. Erano i giorni dei saluti ufficiali a Forza Italia e Silvio Berlusconi.
A lanciare, rigorosamente attraverso i social, la candidatura di Pogliese ci aveva pensato il sindaco di Messina Cateno De Luca. Il suo endorsement nell’ambiente del centrodestra etneo è stato percepito come una mossa di pura strategia politica. «Ha voluto mettere Pogliese sotto i riflettori per tentare di bruciarlo e auto lanciarsi», commenta a MeridioNews uno degli esponenti azzurri di Catania. Pogliese in quella occasione aveva risposto per le rime: «Ho scelto di fare il sindaco e continuerò a farlo». Meno di una settimana dopo, la sentenza dei giudici del tribunale ha cambiato tutte le carte in tavola. Da Palermo a Catania.