A sporgere la querela è stata Tania Laura Egitto, la mamma della neonata morta lo scorso 12 febbraio perché non c'era posto per lei nelle Utin catanesi. Secondo le accuse, i medici della clinica Gibiino avrebbero lasciato una medicazione che poi si è infettata costringendo la donna a un nuovo ricovero
Caso Nicole, denuncia per lesioni personali Una garza dimenticata nel corpo della madre
Un’altra denuncia si aggiunge al caso della piccola Nicole, la neonata morta nell’ambulanza che la stava trasportando a Ragusa perché non c’erano posti liberi nelle Unità di terapia intensive neonatali di Catania, dove era nata. A sporgere la nuova querela è la madre, Tania Laura Egitto, con l’accusa di lesioni personali. I medici della clinica Gibiino dove è avvenuto il parto naturale avrebbero dimenticato di estrarre dal corpo della donna una garza usata per le medicazioni post partum.
Secondo la ricostruzione dei legali di Egitto, la donna era stata ricoverata all’ospedale Cannizzaro per un malore dopo le dimissioni dalla struttura privata. Lì le era stata diagnosticata un’infezione e lei aveva firmato le dimissioni volontarie per poter partecipare ai funerali della piccola. Dopo pochi giorni, circa dieci, Tania Laura Egitto è stata nuovamente costretta al ricovero. I medici, in questa occasione, si sarebbero accorti di un corpo estraneo – la garza, appunto – rimuovendolo.
L’accaduto è stato raccontato anche ai magistrati che indagano su quanto successo subito dopo la nascita di Nicole. Nelle indagini per omicidio colposo sono coinvolte nove persone, cinque medici che hanno operato tra la clinica e il trasferimento in ambulanza della neonata, due dipendenti del 118 e due professionisti di altrettante Utin. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Il procuratore Giovanni Salvi, interpellato a margine di una conferenza stampa su un’operazione svolta dalle forze dell’ordine, ha spiegato che «i tempi dell’inchiesta sono ancora lunghi» e che «al momento non ci sono novità». I parti alla clinica Gibiino al momento sono sospesi.