L'ateneo aveva richiesto di sospendere l'ordinanza con la quale il tribunale del lavoro ha reintegrato Lucio Maggio dopo il licenziamento disposto otto mesi fa. I giudici hanno accolto l'istanza. Ritorna così in carica Federico Portoghese
Caso Maggio, accolto il ricorso di Unict Bloccato il reintegro del direttore generale
È stato accolto il ricorso dell’ateneo di Catania con il quale l’ente si opponeva al reintegro del direttore generale Lucio Maggio. Il dirigente, licenziato nel maggio dello scorso anno, è stato reintegrato a novembre dal tribunale del lavoro. Alla decisione del giudice Patrizia Mirenda i vertici dell’università, supportati dall’Avvocatura dello Stato, hanno presentato ricorso, con «un’istanza di sospensione dell’efficacia dell’ordinanza», ossia la richiesta di congelare il ritorno del docente di Diritto romano alla carica dirigenziale fino al nuovo pronunciamento della magistratura. Richiesta oggi accolta perché è stato messo in rilievo come lo strumento del reintegro non possa essere applicato a un tipo di contratto come quello che lega il dirigente all’ateneo, superando così ogni questione di merito. Con il nuovo intervento dei giudici etnei rientra in carica il sostituto di Maggio, Federico Portoghese. «Il rettore mi ha chiamato per darmi la notizia – dichiara a Meridionews – Da domani ci rimetteremo al lavoro».
Al centro del reclamo accolto, così come delle divergenze che hanno portato al licenziamento disposto dal Consiglio d’amministrazione e dal rettore Giacomo Pignataro, c’è un’opposta valutazione di quello che è il ruolo del dirigente generale rispetto allo stesso cda. Lucio Maggio invoca una sostanziale indipendenza delle cariche; di parere opposto l’interpretazione del magnifico e del cda che hanno votato e approvato la rescissione del contratto di Maggio otto mesi fa. La decisione era stata preceduta da un periodo di sospensione.
Le cause scatenanti del licenziamento sono state un parere, giudicato errato, fornito dal direttore generale in una questione di competenza del rettore e il rinnovo in maniera autonoma di due contratti dirigenziali già indicati (assieme ad altri tre) non conformi alla legislazione in materia dall’Avvocatura di Stato. Ma la tesi sostenuta dal dirigente è che le competenze delle due figure sono differenti e non prevedono una sudditanza. Dopo il richiamo formale – ritenendosi «vittima di un provvedimento di inaudita gravità» – Lucio Maggio ha denunciato al tribunale del lavoro etneo l’intero ente universitario, che ne ha accolto le richieste.