Caso Biondo, arrivati esiti dell’ultima autopsia «Propendono incredibilmente per il suicidio»

«In data odierna ci è stata consegnata la copia della consulenza medico legale, le cui conclusioni propendono incredibilmente per il suicidio». Con questo brevissimo post su Facebook la mamma di Mario Biondo, il cameraman palermitano trovato morto a Madrid il 30 maggio 2013 nel suo appartamento, rivela un primissimo dettaglio atteso da tempo. Quello riguardante l’ultima autopsia eseguita sulla salma del figlio, dopo l’esumazione del 5 novembre dell’anno scorso. «Nei prossimi giorni avremo modo di comunicarvi le osservazioni dei nostri consulenti di parte, ai quali abbiamo già consegnato il dossier. In questo momento così delicato, vi preghiamo di non chiederci ulteriori notizie, se non dopo essere effettuati i dovuti riscontri», chiede la madre, Santina D’Alessandro, rivolgendosi ai tanti che in questi anni si sono schierati a fianco della famiglia, sostenendola e seguendo con interesse gli aggiornamenti sulla vicenda.

L’esumazione era stata disposta dalla Procura generale di Palermo, una delle decisioni prese dopo aver avocato a sé il fascicolo del caso, aperto per omicidio volontario contro ignoti, che invece i pm chiedevano di archiviare. Per l’occasione, la famiglia Biondo aveva deciso di nominare «un pool di esperti», incaricati di effettuare gli esami richiesti sulla salma. Specie a fronte delle numerose perizie realizzate dai tecnici nominati sempre dalla famiglia, tra cui anche quella di Maurizio Cusumano, l’esperto antropometrico che con precisi calcoli matematici punta a smontare pezzo per pezzo la ricostruzione spagnola che sin dall’inizio ha puntato sul suicidio, dimostrando piuttosto che quello di Mario Biondo è stato un omicidio. Tesi che contrasta anche con l’analisi del medico legale nominato inizialmente dalla procura di Palermo, Paolo Procaccianti, che anni fa sposò la ricostruzione degli investigatori iberici.

«Evidentemente le relazioni dei nostri periti di parte hanno spinto la procura generale a chiedere una seconda autopsia, quella del professore Procaccianti evidentemente non è stata del tutto convincente, non si può effettuare un’autopsia ad occhio o al tatto – aveva osservato la madre all’epoca -. Stavolta il corpo di mio figlio sarà analizzato all’Istituto anatomico del Policlinico, saranno effettuati esami importanti come Raggi X e Tac». E l’esito che si attendeva era ben diverso. Specie a fronte delle numerose incongruenze e anomalie che caratterizzano il caso. Contraddizioni che si scontrano sia con i primi esiti provenienti dalla Spagna, sia con le ricostruzioni fatte dalla vedova di Mario, Raquel Sanchez Silva. I dubbi su di lei sono diventati sempre più consistenti, tanto da approdare anche lì nella sua Spagna, dove sempre più spazi televisivi hanno cominciato a trattare il caso, specie dopo anche la risonanza mediatica dei servizi condotti dalla trasmissione di Italia1 Le Iene, dedicati alla vicenda.

Tante le domande ancora aperte. A cominciare da dov’era Raquel la notte della morte di Mario. Nella sua versione lei si troverebbe a 250km da Madrid, a Plasençia, a casa di sua madre, mentre secondo un giornalista spagnolo quella sera lei avrebbe partecipato alla festa esclusiva di un noto personaggio pubblico. E ancora, gli orari: lei dichiara di aver saputo di Mario il giorno dopo intorno alle quattro del pomeriggio, ma i tweet di cordoglio arrivano già tra mezzogiorno e le tredici; dichiara di essere arrivata intorno alle 20 nella casa di calle Magdalena, ma gli orari non coincidono sia con le foto pubbliche scattate quel giorno dai periti, che la immortalano a fianco dell’amico Kike Sarasola, né con la testimonianza di una vicina di casa, arrivata alle 17 e che afferma che Raquel sia arrivata cinque minuti dopo. E poi i presunti rapporti con lo spacciatore Nacho Leonardi: secondo la sua versione il cocainomane era Mario, ed era lui che aveva rapporti con questo spacciatore, che avrebbe anche chiamato tre volte la notte della sua morte; ma risulta che sia stata lei ad aver avuto diversi contatti con questo Leonardi negli anni, di cui aveva il numero in rubrica dal 2008.

E poi le tracce ritrovate successivamente sul corpo di Mario, dal doppio solco dietro al collo incompatibile con la pashmina di seta con cui era appeso alla libreria all’ematoma sulla tempia sinistra e ai resti di cibo ritrovati nel suo stomaco, di cui non c’è traccia nei referti spagnoli e che sposterebbero l’orario della morte: non le quattro né le sei, come spunta nelle carte iberiche, ma tra la mezzanotte e l’una, orario in cui sempre una vicina di casa sente provenire dalla casa di Mario, dove lui dovrebbe essere solo, strani e intensi gemiti. Il medico legale spagnolo, lo scorso gennaio, è stato iscritto nel registro degli indagati: fu il primo ad esaminare il corpo di Mario, dichiarando particolari poi smentiti dalle successive perizie 


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