Carta d’identità elettronica, l’avvio dall’1 ottobre Orlando: «Costi elevati ma non dipende da noi»

E carta d’identità elettronica fu. Ce ne ha messo di tempo la quinta città d’Italia, e capoluogo siciliano, per adottare un documento che in molte altre parti dell’isola è realtà già da un po’. Il Comune di Palermo informa infatti che la prima carta sarà emessa il primo ottobre. In città saranno 32 le postazioni per il rilascio della carta d’identità elettronica che costerà 22,20 euro (di cui 16,8 vanno al ministero), mentre il duplicato costerà 27,35 euro. E pensare che un anno fa era la stessa giunta Orlando a dare praticamente per fatta la sostituzione tra le vecchie cartacee e quelle più moderne.  Anche se in realtà il primo primo avvio della tessera magnetica con il microchip era previsto ad agosto 2018. 

Va sottolineato che i costi sono solo formalmente decisi dalla giunta perché sono tutti costi tecnici decisi a livello ministeriale. Mentre i motivi del ritardo per il subentro del sistema elettronico sono dovuti a una lunga e complessa operazione di verifica e bonifica dei dati contenuti nell’anagrafe cittadina prima che tali dati fossero allineati con l’anagrafe nazionale. Nel corso delle verifiche era infatti emerso che per alcuni nuclei familiari e cittadini (circa lo 0,7 per cento del totale, cinquemila persone) i dati non erano corretti al 100 per cento e si è quindi proceduti ad un lavoro di verifica dei singoli casi. In questa fase si è inoltre provveduto a completare il caricamento e l’aggiornamento dei dati relativi alle nuove cittadinanze, cioè quelle iscrizioni in anagrafe nazionale di cittadini che hanno acquisito la nazionalità italiana dopo la nascita.

«È stato sicuramente un percorso lungo e anche accidentato – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – ma abbiamo preferito fare le cose per bene, con una piena integrazione con l’anagrafe nazionale che renderà la carta d’identità elettronica non un gadget ma un vero e proprio strumento operativo per dialogare con la pubblica amministrazione e per accedere a tanti servizi digitali. Peccato per un costo di rilascio elevato, che è legato però ai costi dell’infrastruttura curata dal ministero dell’Interno».


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