Conferenza stampa congiunta al Senato. «Se il retro pensiero è rinunciare al soccorso per evitare che i migranti raggiungano l'Italia è bene che lo dicano apertamente», dice monsignor Soddu. L'ex ministra degli Esteri attacca: «Atmosfera è mefitica, qualsiasi cosa viene accettata, compresa la retata contro 56 poveracci a Milano»
Caritas ed Emma Bonino insieme a difesa delle Ong Domani Moas a Catania. «Felici di incontrare Zuccaro»
«Se il retro pensiero è arrivare a rinunciare alle attività di soccorso per evitare che queste persone raggiungano il nostro Paese è bene che lo dicano apertamente. Meglio un dibattito aperto che un’ipocrisia istituzionale. Ad oggi infatti non abbiamo ancora ascoltato proposte alternative». Il direttore della Caritas italiana, monsignor Francesco Soddu, scende in campo a fianco delle organizzazioni non governative impegnate nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. L’occasione è una conferenza stampa, appositamente organizzata al Senato, con Luigi Manconi ed Emma Bonino. Il titolo è chiarissimo: La grande bugia delle navi-taxi.
Ancora più duro l’intervento di Emma Bonino, ex ministra degli Esteri. «Deve essere chiaro – afferma – che un magistrato parla per atti non per sospetti, non per ipotesi, illazioni. È due mesi che va in giro ma poi dice che non ha le prove. Mesi e settimane di discredito complessivo che nessuno pagherà. Tutto questo, manipolato politicamente, serve a non affrontare un problema serio che non ha soluzioni semplici».
«Stiamo assistendo a un processo mediatico contro chi ha creduto di salvare vite umane – spiega monsignor Soddu -. Certamente vedremmo con maggior favore un dibattito nel quale le posizioni siano chiare, piuttosto che questa ipocrisia istituzionale. Ad oggi, infatti, nel serrato dibattito che è scaturito dalla vicenda delle Ong, non abbiamo ancora ascoltato proposte alternative per la gestione dei flussi migratori».
Il direttore della Caritas sostiene che «affermare che le navi che svolgono il salvataggio in mare costituiscono un pull factor, significa non solo condannare molte persone a morte certa, ma anche un’ammissione di responsabilità nell’incapacità di individuare soluzioni durature a partire dalla stabilizzazione dei contesti di origine e di transito». Che la presenza delle Ong nel Mediterraneo non rappresentino un incentivo alle partenze dei migranti è stato sostenuto anche dalla Guardia costiera, sentita nei giorni scorsi dalla commissione Schengen della Camera.
Ed è proprio alle dichiarazioni della Guardia costiera che fa riferimento Loris De Filippi, responsabile della Ong in Italia. «Come ha detto anche una persona che si intende di soccorso in mare come l’ammiraglio Melone è sicuramente falso affermare che le Ong siano fattore di attrazione. La disperazione e l’instabilità di un Paese come la Libia e il fiorente traffico che c’è nel Paese, determinano le partenze». Msf punta il dito contro Frontex: «Il problema – attacca De Filippi – è l’incapacità e l’impossibilità per l’Italia di fare accoglienza a fronte di nessuna solidarietà da parte degli Stati Ue. Si colpisce l’anello debole come le Ong che sono indifese politicamente. Paghiamo Frontex 250 milioni l’anno, possibile che non riesca a mettere in piedi un soccorso in mare europeo? Noi torneremmo volentieri a fare quello che facevamo in giro per il mondo».
Monsignor Soddu ribadisce che la Caritas porta avanti la scelta dei corridoi umanitari, «unica alternativa legale e sicura. Le accuse, spesso non circostanziate, che piovono su queste organizzazioni – ha rilevato – appaiono un pretesto per distogliere l’attenzione dalle evidenti fatiche nel trovare soluzioni politiche a più ampio spettro nella gestione di questo fenomeno».
Secondo Bonino c’è «una totale rimozione del problema del salvataggio, dell’accoglienza e dell’integrazione. Che è il dossier che noi vogliamo aprire con la campagna Ero straniero. C’è un’atmosfera mefitica di sospetti, di discredito, qualsiasi cosa viene accettata, compresa la retata contro 56 poveracci a Milano, poi rilasciati perché la povertà non è un reato, e l’aggressione alla sede dell’Oim, come è successo ieri». Alla conferenza stampa sono stati presenti anche Save the Children e Riccardo Gatti, capo missione della Ong spagnola Proactiva-Open Arms.
Intanto domattina la nave di Moas sbarcherà a Catania con 394 migranti e un morto. «È il cadavere di un ragazzo con una ferita da arma da fuoco – ha spiegato Regina Catrambone, fondatrice della Ong al programma Restate Scomodi, su Radio 1 -. Testimoni ci hanno detto che è stato ucciso a colpi di pistola perché non ha voluto dare il suo cappellino da baseball ad un trafficante». E a proposito dell’approdo al porto etneo, ha aggiunto: «Non ho mai avuto il piacere di guardare in faccia il signor Zuccaro. Domani arriveremo a Catania e se ci sarà sarò felicissima di incontrarlo. Io non ho mai ricevuto nessuna informazione dal procuratore. Quando riceveremo comunicazioni risponderemo a tutte le domande che lui ci vorrà fare. Veniamo accusati di essere dei trafficanti di persone: è un’accusa gravissima a livello umano e personale».