Alla prefettura è stato firmato l'accordo che intende scongiurare il pericolo di infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti. Anche l'amministrazione potrà chiedere informazioni su quei privati che intendono realizzare interventi superiori a cinquemila metri cubi. Il sindaco Monteleone: «Non sono lacci e laccioli, conviene a tutti»
Carini, nuovo protocollo di legalità per il Comune «È un territorio ambito dalla speculazione edilizia»
Rendere più stringente ed efficace il controllo e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose negli appalti e nelle forniture al Comune di Carini, attraverso il sistema della verifica antimafia per tutti quegli appalti con un importo superiore a 20mila euro nel campo dell’edilizia e per tutte le trasformazioni che incideranno sul profilo urbanistico del territorio. È quanto previsto da un protocollo siglato oggi alla prefettura di Palermo, alla presenza del prefetto di Palermo Antonella De Miro, del sindaco di Carini Giuseppe Monteleone, e del questore Renato Cortese. Con questo sistema saranno necessarie le informazioni antimafia per tutti quelli appalti che si collocano al di sotto della soglia comunitaria che è attualmente fissata in cinque milioni 225mila euro per gli appalti di lavori, 209mila euro per gli appalti ordinari di servizi e 750mila euro per gli appalti di servizi sociali.
«Carini è un territorio ambito dalla speculazione edilizia – ha detto il prefetto di Palermo – adesso sarà consentito alla prefettura di vigilare su appalti che altrimenti sarebbero soltanto oggetto di un’autocertificazione». Adesso il Comune dovrà chiedere alla prefettura le informazioni antimafia anche per quei soggetti privati che sottoscriveranno delle convenzioni di edilizia e urbanistica che prevedono obblighi di cessione del territorio pubblico, ma anche per tutti gli interventi che superano i 5mila metri cubi (pari a un condominio di media grandezza) o per centri commerciali, alberghi, insediamenti in aree industriali e artigianali.
«Questo protocollo segue la stipula di altri analoghi siglati con i Comuni di Altavilla Milicia, Corleone, Giardinello, Palazzo Adriano, Torretta e Villabate – ha aggiunto il prefetto – altri seguiranno a Borgetto e Bagheria. Il protocollo si inserisce in un’azione di collaborazione con gli enti locali – ha precisato il prefetto -. Rafforza il sistema di sicurezza del Comune in materia di appalti, servizi e trasformazione del territorio».
L’obiettivo è scongiurare il pericolo di infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti. E interesse del Comune è prevenire questi appetiti, specialmente in un territorio soggetto a speculazione edilizia. Da oggi viene dunque sancito l’obbligo per l’amministrazione comunale di chiedere informazioni antimafia sotto soglia. Adesso, tramite il protocollo, il prefetto potrà esercitare una valutazione discrezionale acquisendo elementi sull’impresa, dal direttore tecnico ai dipendenti ai soci, per capire se sussiste un eventuale pericolo di infiltrazione mafiosa.
«A volte si teme che un protocollo possa alimentare la burocrazia – ha detto il sindaco Monteleone – ma i protocolli di legalità convengono a tutti. Il cittadino deve capire che questi non sono lacci e lacciuoli. Inoltre, a Carini è caduto un muro di omertà, i cittadini oggi denunciano chi inquina, ora la legalità va portata anche sul piano dell’ edilizia. Non a caso il protocollo prevede una verifica del rispetto della sicurezza e e delle condizioni di lavoro delle maestranze impiegate, della salute e della tutela dell’ambiente».