Un piano nuovo di zecca, con già un primo errore nel numero di posti letto. Calcolati per eccesso. Ma forse non solo. È il giallo dei dati sbagliati dalla Regione Siciliana a proposito della Cardiochirurgia pediatrica dell’Arnas Civico di Palermo, inseriti nel piano per la nuova Rete ospedaliera siciliana, che l’assessorato regionale ha consegnato al […]
Cardiochirurgia pediatrica, l’assessora Faraoni conferma l’errore sui dati di Palermo. Ma potrebbe non essere l’unico
Un piano nuovo di zecca, con già un primo errore nel numero di posti letto. Calcolati per eccesso. Ma forse non solo. È il giallo dei dati sbagliati dalla Regione Siciliana a proposito della Cardiochirurgia pediatrica dell’Arnas Civico di Palermo, inseriti nel piano per la nuova Rete ospedaliera siciliana, che l’assessorato regionale ha consegnato al ministro della Salute, Orazio Schillaci. A confermare l’errore è stata l’assessora Daniela Faraoni, invitata alla Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, dal presidente Tommaso Calderone. Chiamata per riferire circa le soluzioni per mantenere il reparto di Cardiochirurgia pediatrica dall’altro lato dell’Isola, a Taormina. Un centro d’eccellenza messo a rischio dal nuovo piano.
L’errore che danneggia (di nuovo) il San Vincenzo di Taormina
«Secondo l’assessora Faraoni, i dati errati riguardano soltanto l’ospedale Civico di Palermo, in cui sono stati registrati più posti letto di quelli realmente esistenti – dichiara a MeridioNews la senatrice del M5s, Ketty Damante -. Da una richiesta di accesso agli atti fatta dal Movimento 5 stelle all’Asp di Messina, risultano però sbagliati anche i dati sulla Cardiochirurgia pediatrica del San Vincenzo di Taormina. In questo caso, però, per difetto. Su questo punto, l’assessora ci ha assicurato che farà un’ulteriore verifica, mentre i dati errati della Cardiochirurgia pediatrica del Civico di Palermo saranno rettificati al ministero».
Non è la prima volta che una situazione simile si verifica in Sicilia, a danno della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Come ricorda anche la senatrice Damante che, nel 2016, si trovò già a difendere il reparto dalla chiusura, a causa della trasmissione al ministero della Salute di dati fortemente al ribasso rispetto a quelli reali. Soltanto l’ispezione dell’allora ministra Beatrice Lorenzin riuscì a scongiurare il peggio per i piccoli pazienti e le loro famiglie. E proprio sulla base di questo precedente, ora il Comitato dei genitori della Cardiochirurgia di Taormina ha chiesto una nuova ispezione all’attuale ministro Schillaci.
La mancata richiesta della deroga per avere due strutture
«In tutti i casi, nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione parlamentare al ministero della Salute – continua Damante – per capire se sia al corrente del fatto che i numeri della Cardiochirurgia pediatrica di Palermo non sono coerenti con la realtà. Io credo che, in questa vicenda, ci siano stati degli errori umani, non voluti, come ha riferito l’assessora Faraoni. Non credo si tratti della volontà di gonfiare i dati. Ma è indubbio che la scelta di puntare maggiormente sul presidio di Palermo, rispetto a quello di Taormina, sia una scelta politica e non tecnica».
Ancora senza risposta, invece, rimane il motivo per cui il governo regionale non ha chiesto la deroga al decreto Balduzzi, necessaria per mantenere due Cardiochirurgie pediatriche in Sicilia. Come successo, ad esempio, in Veneto. La legge, infatti, prevede soltanto una Cardiochirurgia pediatrica ogni 5 milioni di abitanti. In passato, la Regione siciliana aveva già chiesto la deroga al ministero della Salute e a quello dell’Economia, ma se l’era vista bocciata in quanto i propri conti erano ancora soggetti al Piano di rientro economico. Pochi giorni fa, però, arriva l’annuncio del presidente Renato Schifani: la Sicilia, spiega, è finalmente uscita dall’emergenza finanziaria. Il che, adesso, potrebbe far tornare in ballo la deroga. Se solo venisse richiesta.