Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 9 luglio, per sciogliere le riserve sull'ammissibilità delle prove documentali e la nomina dei periti per la trascrizione delle intercettazioni. Alla sbarra pure l'ex sindaca Anna Aloisi
Cara Mineo, continua processo su appalti 2011-2014 Tra imputati c’è anche l’ex sottosegretario Castiglione
Si è tenuta questa mattina, davanti al terzo tribunale di Catania, un’udienza del processo per turbativa d’asta e falso nell’ambito dell’inchiesta sulla concessione dell’appalto dei servizi, dal 2011 al 2014, al Cara di Mineo. Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 9 luglio per sciogliere le riserve sull’ammissibilità delle prove documentali e la nomina dei periti per la trascrizione delle intercettazioni.
Tra i 15 imputati c’è anche l’ex sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione, indagato in qualità di soggetto attuatore di quello che, fino a pochi mesi fa, è stato il centro di accoglienza per richiedenti asilo più grande d’Europa e che adesso si sta progressivamente svuotando. Castiglione, nei mesi scorsi, aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Oltre a lui, sono imputati anche l’allora sindaca di Mineo Anna Aloisi; l’ex presidente del consorzio Sol. Calatino Paolo Ragusa; l’ex direttore del consorzio Calatino terra d’accoglienza Giovanni Ferrera e gli ex vertici delle Ati interessate. Dal procedimento, invece, è uscito Luca Odevaine, che ha patteggiato una condanna a sei mesi di reclusione.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Raffaella Agata Vinciguerra e Marco Bisogni, ci sono le gare d’appalto per la gestione dei servizi del Cara tra il 2011 e il 2014, intervallata da sette proroghe avallate da un protocollo con la prefettura di Catania. Secondo l’accusa, Castiglione, all’epoca dei fatti soggetto attuatore del Cara, assieme a Odevaine e Ferrera – rispettivamente presidente e componente la commissione aggiudicatrice – avrebbero «predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento».
La Procura di Catania ritiene, in particolare, che le cooperative interessate «si costituivano appositamente in Ati» dopo avere «ricevuto rassicurazioni sull’aggiudicazione degli appalti», il cui «bando era concordato con lo stesso Castiglione, Odevaine e con Ferrera». All’ex sottosegretario, all’allora sindaca di Mineo e al presidente del consorzio Sol Calatino, viene contestata anche la corruzione «per la promessa di voti per loro e i gruppi politici nei quali militavano (Pdl, lista Uniti per Mineo e Ncd) in cambio di assunzioni al Cara». Ferrera e Odevaine sono indagati anche per falso ideologico per l’assunzione di quest’ultimo al Cara di Mineo come esperto di fondi europei.
Un faro sull’appalto da quasi 100 milioni di euro era stato acceso anche dall’autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone che alle procure di Catania e Caltagirone inviò la documentazione sull’appalto per la gestione della struttura, definendo la gara «illegittima e lesiva dei principi di concorrenza e trasparenza».