Cara Lega ti scrivo: a voi il 75%dei tributi, a noi le accise per cominciare

Tante volte abbiamo provato ad esprimere solidarietà alla Lega Nord. Anche 
quando le inchieste giudiziarie (spesso, ultimamente) gettavano  fango su questo partito, sui suoi vertici politici e sui vertici istituzionali delle regioni settentrionali. Abbiamo sempre ricordato che la battaglia dei leghisti, contro uno Stato centralista che ha messo in ginocchio l’Italia, non solo è condivisibile, ma è la stessa che stanno conducendo molti siciliani che hanno avuto la fortuna di riappropriarsi della loro storia ( quella vera e non quella che hanno appreso tra i banchi di scuola).

I continui attacchi dei politici padani alla Sicilia, però, stanno rendendo questa ‘empatia’ molto difficile. Non si capisce per quale motivo, ogni qualvolta rivendicano una loro aspirazione (come l’autonomia finanziaria e tributaria che la Sicilia ha già per Statuto, ma che lo Stato le nega) la accompagnano con una serie di attacchi privi di fondamento alla nostra regione. E dire, che, ormai è risaputo, ladri e corrotti abbondano anche dalle loro parti.

Un atteggiamento che, ai nostri occhi, denota insicurezza, oltre che cattiva informazione. E che va a vantaggio dello Stato italiano, che dalla litigiosità delle sue regioni non può che uscirne rafforzato. Contro i desiderata della Padania, ma anche della Sicilia, che come tutto il Sud, è stata massacrata dall’Unità d’Italia e sta tentando di recidere questo nodo gordiano.

Patetica l’ultima esternazione razzista del proconsole lombardo della Lega Nord, Matteo Salvini. Che parlando all’ormai ex assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, e, additando, come al solito, la Sicilia come la fonte dei mali di questa Italia, ad un certo punto, forse perché a corto di argmomenti, ha detto: “Ma da quale albero scende questo qui?”.  Frasi di questo tipo ci costringono a difendere un assessore del cui operato politico non abbiamo condiviso quasi nulla. Ma tant’è.

E, allora, rispondiamo noi a Salvini: Russo come gli altri siciliani scende dagli stessi alberi da cui siete scesi voi. Solo che mentre i nostri antenati discutevano di filosofia, i vostri ancora  vestiti  di pelli di animali, si dondolavano  tra i rami di quegli stessi alberi a lei tanto cari. E’ storia. Ma veniamo alle questioni serie, in attesa di scuse ufficiali che non probabilmente non arriveranno, perché presuppongono una predisposizione intellettuale che forse a Salvini fa difetto.

Anche oggi, i leghisti, dalle pagine del loro giornale, ribadiscono il loro obiettivo: il 75% dei tributi versati dalle loro regioni, devono rimanere sul territoro. Giusto. Ma perché aggiungere, a sproposito, come ha fatto il sindaco di Alessandria (comune praticamente in default) che si tratta di una santa pretesa visto che lo Stato aiuta la Sicilia e non le altre regioni?

In che senso? Quale sarebbe l’aiuto che il governo nazionale sta dando alla Sicilia? Noi non lo vediamo. Quello che noi vediamo è uno Stato che continua a negare alla Sicilia i  diritti sanciti dal nostro Statuto speciale, quindi dalla Costituzione italiana, visto che ne è parte.  Come l’autonomia finanziaria e tributaria, cui voi aspirate.

Lo Statuto siciliano è l’archetipo di quel federalismo fiscale che voi sognate ora e per cui i siciliani hanno lottato, con l’intelligenza e col sangue, già 66  anni fa. In tutto questo tempo lo Stato italiano ha fatto di tutto pur di non farcelo applicare. Come mai?

Prendiamo, ad esempio, l’articolo 37 dello Statuto Autonomistico siciliano. Si tratta di quella parte dello Statuto che affronta un tema fino ad oggi ignorato: le imposte pagate dalle aziende – in molti casi dalle grandi aziende – che hanno stabilimenti in Sicilia, ma sede sociale altrove, per lo più nel Centro Nord Italia. Ebbene, fino ad oggi,  queste imposte vengono versate nelle regioni italiane dove questi grandi gruppi economici e imprenditoriali hanno la sede sociale. Quasi sempre nel Nord Italia. Una truffa e un ladrocinio ‘legalizzato’ ai danni della Sicilia.


L’esempio eclatante dell’ingiustizia che, ancora oggi, si consuma a danni della Sicilia lo forniscono le raffinerie presenti in Sicilia.
 Ebbene, queste raffinerie producono oltre il 50 per cento delle benzine utilizzate nel nostro Paese. Per farlo inquinano la nostra area, la nostra agricoltura, in una parola, avvelenano il nostro ambiente. Mentre le imposte – sembra incredibile! – le vanno a versare in Lombardia e nelle altre regioni ricche dell’Italia. Si stima che le accise sui prodotti petroliferi equivalgono ad almeno 5 miliardi di euro l’anno.  Regioni ricche che diventano ogni giorno più ricche grazie anche alla ‘scippo’ – ripetiamo, ‘legalizzato – operato ai danni della Sicilia e dei siciliani!

Non solo- Ogni anni 700 milioni di Ires delle banche che operano qui volano fuori dalla Sicilia. Sempre dirette in regioni quasi sempre del Nord.  Ancora: la generale imposizione in Sicilia dei redditi ivi maturati vale non meno di 4 miliardi l’anno, mentre per l’IVA siamo sui 2 miliardi circa. Aggiungete qualcosa sui tributi minori e capirete perché da questo orecchio il governo nazionale non vuole sentire di farci applicare lo Statuto.

Ancora: – Art. 14 ( Legislazioni esclusive, es. Petrolio, Gas, etc..) – Art. 15 (Abolizione Province e Prefetture) – Art. 33 (Proprietà della Regione i giacimenti di Petrolio, Metano, etc..) – Art. 36 (Imposte all’italia solo su produzione, tabacchi e lotto) – Art. 37 ( Gli stabilimenti industriali in Sicilia pagano le tasse alla Regione) – Art. 40 (Camera di compensazione, per usare in Sicilia la valuta estera). Questi sono solo alcuni esempi (ma ce ne sono altri) di come lo Statuto non sia applicato, a scapito del popolo Siciliano e della Sicilia.

 Alla luce della verità, capirete bene, come gli attacchi della Lega o di qualsiasi altro politico del Nord, alla Sicilia, risultino assolutamente privi di fondamento e del tutto gratuiti.  Se poi si vuole continuare con le bugie per dare forza alle proprie rivendicazioni, beh allora vuol dire che  mancano  argomentazioni concrete da proporre e ci dispiace per voi. Ci auguriamo che non vi sia difficile capire l’identità  del vostro vero ‘nemico’. Intanto, mentre noi ci occuperemo di ripulire la Sicilia dai politici corrotti, come ci ricordate ogni giorno, voi fareste bene a fare lo stesso nelle vostre regioni. Non vi mancherà lavoro.

Contro l’Autonomia siciliana Merli e Ascari
Il problema della Sicilia? L’Italia

 manifesto del popolo siciliano

Articolo 37. Applichiamolo e basta
La Sicilia che vorrei
Centocinquant’anni di unità? No, di bugie (e omissioni)
Riprendiamoci la nostra libertà
La questione siciliana all’Onu


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