Cara di Mineo, Sel chiede dimissioni di Castiglione «Gestione clientelare, a Ncd maggioranza bulgara»

«Non è solo una questione giudiziaria. È anche una questione politica». Il deputato di Sel Erasmo Palazzotto è tra i firmatari della mozione di sfiducia che il suo partito ha presentato ieri pomeriggio alla Camera. Soggetto della richiesta è Giuseppe Castiglione, sottosegretario all’Agricoltura e coordinatore siciliano del Nuovo centro destra, coinvolto nell’inchiesta della procura di Catania sui presunti illeciti negli appalti per la gestione del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo. L’indagine parte da quella denominata Mafia Capitale, coordinata dalla procura di Roma. All’interno della quale ha ampio spazio la storia del Cara etneo. Ieri mattina, gli inquirenti hanno confermato che tra gli indagati ci sono anche l’ex presidente della provincia Castiglione, la sindaca di Mineo Anna Aloisi (eletta con una lista civica, ma legata a Ncd) e il primo cittadino di Vizzini Marco Aurelio Sinatra. Assieme a Giovanni Ferrera, direttore del consorzio Calatino terra d’accoglienza, a Paolo Ragusa, presidente della cooperativa Sol.Calatino, e a Luca Odevaine, componente del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale e delle tre commissioni di gara per l’aggiudicazione dei servizi di gestione del centro d’accoglienza nel Catanese.

«Mi auguro che Castiglione risolva completamente i suoi problemi con la giustizia. Ma le motivazioni per le quali noi di Sel vogliamo che venga sfiduciato dal governo non hanno a che fare con la legge, ma con l’opportunità politica – prosegue Palazzotto – E il ministro Angelino Alfano non può sperare di scaricare le colpe solo su Giuseppe Castiglione. Da anni denunciamo la situazione del Cara, lo ha fatto anche l’Autorità anticorruzione. E lui ha fatto finta di non sentire. È preoccupante che attorno a Ncd ci sia spesso un’aura di opacità, e non è un caso che proprio nel Comune di Mineo abbiano vinto le europee con percentuali bulgare. C’è evidentemente un nesso tra gestione del Cara e produzione del consenso». Una popolarità del partito di Alfano, Castiglione e Aloisi che sarebbe dimostrata dal 39,02 per cento delle preferenze ottenute al termine delle ultime elezioni europee.

Nella mozione di sfiducia, Sinistra ecologia e libertà ripercorre la storia «dell’attenzione» attorno agli appalti del Cara. A partire dal pronunciamento dell’Anticorruzione che, a febbraio 2015parlava di bandi «illegittimi e lesivi dei principi di concorrenza e trasparenza». A firmare quel parere era stato il presidente dell’ente, Raffaele Cantone, che ieri, alla luce dell’ufficializzazione delle indagini anche su Castiglione, è tornato sul tema: «È davvero paradossale che ci sono gli arresti e l’appalto è ancora in corso – ha detto Cantone – Qui ognuno deve fare la sua parte. Il livello vero della preoccupazione è il clamoroso coinvolgimento di pezzi dell’amministrazione pubblica e soprattutto politica». La revoca dell’appalto del Cara e l’eventuale commissariamento del centro spetta al Prefetto di Catania. «Sapevano da tempo che qualcosa non andava – continua Erasmo Palazzotto – Adesso fanno tutti finta di cadere dal pero? Com’è che, nonostante giornalisti, attivisti e deputati denunciassero irregolarità in continuazione, il governo non è intervenuto?».

«Matteo Renzi farebbe bene a chiedere un passo indietro ad Alfano. Oltre che, ovviamente, le dimissioni di Giuseppe Castiglione», arringa Palazzotto. Quest’ultimo, però, intervistato dal quotidiano La Repubblica, ha già dichiarato che non intende lasciare il suo posto di sottosegretario. «Non c’è motivo perché lo faccia. Non so di cosa mi si accusi se non dai giornali», ha affermato. Ammettendo sì di aver incontrato il «facilitatore» Luca Odevaine, ma negando di aver discusso con lui degli appalti: «Lui non ha concordato con me un percorso preferenziale per alcun raggruppamento di imprese». 

«Non vedo perché il sottosegretario Castiglione dovrebbe dimettersi – afferma Maurizio Lupi, capogruppo di Area popolare alla Camera – Un’indagine non è una sentenza di condanna, né un rinvio a giudizio. Basta ipocrisie: l’uso politico della giustizia in Italia ha già fatto troppe vittime innocenti. Piuttosto si accerti velocemente la verità, che, ne sono sicuro, non potrà che dimostrare l’estraneità di Castiglione dalla vicenda». «Il sistema è marcio, emerge da tutte le intercettazioni – replica il deputato di Sel – Politicamente bisogna assumersi le responsabilità del caso. Il governo dovrebbe revocare le concessioni, commissariare il Cara e chiuderlo in pochi giorni. È questa la cosa giusta da fare».


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