Caos movida, nel centro storico pioggia di licenze Spallitta: «Trecento in due anni. Serve zonizzazione»

Un piano di zonizzazione acustica, un censimento degli abusivi e un regolamento che porti al riequilibrio delle licenze nel centro storico. Ecco la ricetta di Nadia Spallitta, neo consigliere comunale del Pd, per non trasformare la movida in un regno senza regole. Il vicepresidente vicario di Sala delle Lapidi, che oggi ha ufficializzato il suo addio agli orlandiani per approdare tra le fila dei democratici con tanto di battesimo ufficiale alla presenza di Davide Faraone, interviene sulla querelle degli ultimi giorni tra commercianti sempre più esasperati da controlli e sanzioni e l’Amministrazione comunale, che ha deciso di adottare il pugno di ferro. 

«Non si può procedere a colpi di ordinanze – spiega a MeridioNews -, serve al contrario suddividere il territorio cittadino in zone sulla base della vocazione delle aree, distinguendo quelle residenziali da quelle a maggiore valenza turistica». Un piano di zonizzazione che consentirebbe di regolare l’emissione di decibel tutelando gli interessi dei titolari di pub e locali e quelli dei residenti. «Il Comune inspiegabilmente non adotta questo che è l’atto primario per scongiurare malumori e proteste» aggiunge il vicepresidente vicario di Sala delle Lapidi.

Ma la zonizzazione acustica è solo uno degli ingredienti per una movida a misura di cittadini e turisti. L’altro tema è «la lotta seria» all’abusivismo commerciale. «Ci sono esercenti che svolgono la stessa attività di quelli in regola, ma a costo zero. Il contrasto a questa forma di illegalità da parte di Palazzo delle Aquile non è efficace». La strada allora per il vicepresidente vicario di Sala delle Lapidi è quella di un monitoraggio. «Una sorta di censimento – dice – con l’identificazione degli abusivi, l’invito a mettersi in regola prima e la diffida a farlo poi. Magari – aggiunge Spallitta – si potrebbe pensare a uno sportello ad hoc per accompagnarli in questo percorso di legalità, perché la repressione da sola non basta». 

La concorrenza sleale ha esasperato gli animi, trasformando «la movida in un caos, uno scontro, a volte violento», tra titolari di pub e locali notturni e cittadini. Colpa anche della valanga di licenze rilasciate dall’Amministrazione targata Orlando. «In appena due anni, dal 2012 al 2014 – dice Spallitta – nel centro storico sono state rilasciate 300 licenze, trasformando l’identità di un’ampia area cittadina, senza un piano adeguato e la verifica delle caratteristiche territoriali dell’area interessata dalla trasformazione. Il risultato è stato il caos».

La sicurezza nel centro storico, «a tratti terra di nessuno, con problemi legati a furti, danneggiamenti alle auto ed aggressioni» è stata al centro di un incontro nei giorni scorsi tra il prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, e i deputati del Movimento Cinque Stelle. «Abbiamo visto con i nostri occhi sia a Ballarò, sia alla Vucciria – dice Claudia La Rocca -, locali che dovrebbero rimanere chiusi per motivi di sicurezza legati alle condizioni degli edifici, con tanto di ordinanza appesa, ugualmente aperti. E questo a fronte di altri, altrove, che vengono sanzionati, anche pesantemente». 

A tenere banco negli ultimi giorni nel capoluogo siciliano è stata la protesta dei titolari dei pub Antiruggine e Basquiat, che hanno affidato a Facebook i loro sfoghi contro le sanzioni applicate nei loro confronti dalla Polizia municipale, con lo stop all’apertura per cinque giorni come prevede l’ordinanza comunale. «Giusti i controlli e le eventuali sanzioni, ma la legge sia uguale per tutti» dicono i grillini. 

«Nessuno mette in dubbio il necessario e generale rispetto delle regole, ma non vorremmo che le storie di questi locali rappresentassero l’emblema di un’amministrazione che opera con due pesi e due misure e, soprattutto, senza ascoltare» dicono i deputati all’Ars Giorgio Ciaccio e La Rocca. Per questo chiederanno all’assessore comunale alle Attività produttive, Giovanna Marano, di organizzare un incontro con i commercianti. «Crediamo tutti nel rispetto delle regole, ma è necessario uno sforzo da entrambe le parti – aggiungono i parlamentari -. Dietro un possibile accanimento verso alcuni rispetto ad altri crediamo sia necessario un doveroso chiarimento nell’interesse di tutti». Perché in «un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando, le istituzioni e le forze dell’ordine dovrebbero confrontarsi con chi lavora con difficoltà sul territorio, ma questi atteggiamenti rischiano soltanto di aumentare la distanza delle istituzione dalla gente».


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