Una gru che svetta su piazzale Asia e il rumore delle ruspe al lavoro. Sono i segni distintivi dell’avvio dei lavori nel cantiere della nuova cittadella giudiziaria di Catania, lungo viale Africa. Un’opera ribattezzata come «la più importante operazione di rigenerazione urbana degli ultimi decenni nel capoluogo etneo». Quasi 800 giorni di tempo per consegnare […]
Nuova cittadella giudiziaria a Catania. Ruspe al lavoro ma c’è ancora il nodo della giustizia amministrativa
Una gru che svetta su piazzale Asia e il rumore delle ruspe al lavoro. Sono i segni distintivi dell’avvio dei lavori nel cantiere della nuova cittadella giudiziaria di Catania, lungo viale Africa. Un’opera ribattezzata come «la più importante operazione di rigenerazione urbana degli ultimi decenni nel capoluogo etneo». Quasi 800 giorni di tempo per consegnare alla città l’immobile che dovrebbe dare respiro al vecchio palazzo di giustizia di piazza Giovanni Verga. Un cantiere praticamente inaccessibile, con il perimetro coperto da una lunga sequenza di teli e pannelli in legno che rendono impossibile, o quasi, la vista all’interno. A occuparsi dei lavori, con la gara d’appalto del valore di circa 40 milioni di euro, aggiudicata a maggio 2022, è la società Ingegneria Costruzioni Colombrita, con sede a Sant’Agata Li Battiati (nel Catanese).
Sulla gara pesava anche una richiesta di sospensiva con un ricorso al tribunale amministrativo regionale presentato dal consorzio Acreide. A luglio 2022, però, i giudici hanno rigettato l’istanza ritenendo «prevalente l’interesse pubblico». Le polemiche sulla costruzione della nuova cittadella giudiziaria sono legate anche al luogo in cui sorgerà la struttura. Diverse associazioni, tra cui Legambiente Catania, avevano chiesto alla Regione di individuare una posizione diversa così da evitare nuove cementificazione in una porzione della città in cui la vista del mare è sostanzialmente già occlusa e in cui è già presente, con tutte le conseguenze del caso per la viabilità, la struttura dell’istituto comprensivo Sante Giuffrida. Un altro ricorso è quello depositato dal Movimento 5 stelle e dall’osservatorio delle politiche urbane e territoriali. Sotto la lente d’ingrandimento, come emerge nelle 26 pagine del ricorso curato dagli avvocati Carmelo Giurdanella e Marco Antoci, presunti vizi di incompetenza e procedurali; la mancanza della Vas (Valutazione ambientale strategica)e dei necessari studi di pre-fattibilità. Dopo diversi rinvii, l’udienza di merito è stata fissata per giugno.
Nell’area, a gennaio del 2020, erano già intervenute le ruspe per abbattere l’ex palazzo delle Poste. Immobile abbandonato e con il cemento armato ormai corroso il cui recupero sarebbe stato poco conveniente. Per arrivare all’abbattimento, effettuato dalla ditta Icoser di Gangi (in provincia di Palermo), ci sono voluti diversi anni rispetto a quando il Comune di Catania acquistò la struttura nel 1999. La nuova cittadella giudiziaria sarà organizzata su quattro livelli, con un parcheggio sotterraneo da seimila metri quadrati e una terrazza panoramica. Dettagli contenuti nella proposta progettuale dello studio di architettura Modostudio con sede a Roma, in cui rientra anche quello catanese Stancanelli-Russo associati. Raggruppamento che, in un primo momento, faceva parte delle 85 proposte finite sul tavolo di Genio civile e Regione nell’ambito di un concorso di idee.