Da Caltanissetta con furore ecco i Marlowe a Radio Zammù. Ospiti di Slash Band, hanno presentato il loro nuovo lavoro 'Fiumedinisi'
“Cantando la città dentro di noi”
La storia dei Marlowe comincia nel lontano 1998 a Caltanissetta. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia per la band nissena che, dopo oltre un decennio di carriera e lavori autoprodotti, ha presentato nelle scene musicali italiane ‘Fiumedinisi’, prodotto dall’etichetta ‘Seahorse’ di Paolo Messere. I risultati sono evidenti e, anche grazie ai consigli di Cesare Basile, le entusiasmanti recensioni non sono mancate. Slash Band non poteva perdersi l’occasione di intervistarli attraverso la voce del loro leader Salvo Ladduca.
Cominciamo con il presentare subito questo progetto che ha ottenuto ottime recensioni e molti apprezzamenti. Un progetto che va avanti con successo.
I Marlowe esistono fin dal 1998. Nasciamo per raccontare le nostre emozioni, i nostri gusti musicali, un vivere la musica in maniera sana. Abbiamo già inciso quattro dischi e ‘Fiumedinisi’ è l’ultimo di questi. Abbiamo prodotto i primi tre lavori grazie a Cesare Basile, Marcello Caudullo e Marta Collica che non finiremo mai di ringraziare. Sono stati dei maestri per tutto, sia per quanto riguarda l’arte che l’umiltà.
Parlaci un po’ di questo vostro ultimo album ‘Fiumedinisi’. Da dove deriva il nome?
È il nome del paesino in provincia di Messina, sede dello studio di registrazione Eye&Ear, dove abbiamo registrato interamente il disco. Abbiamo trovato un luogo molto in simbiosi con le atmosfere del nostro album, per questo lo abbiamo scelto come grembo materno dello stesso.
La formazione attuale è sempre stata la medesima o ci sono stati dei cambiamenti nel corso di questo dieci anni?
Noi quattro siamo insieme ininterrottamente dal 2005. Oltre a me alla voce e alla chitarra, infatti, ci sono Marco Giambrone (chitarra e voce), Alfonso De Marco (basso e voce) e Paolo Indelicato alla batteria. Scriviamo canzoni e le arrangiamo innanzitutto per noi stessi, per stare bene. Poi, da questo lavoro in sala, escono anche degli album. Che ben venga, come si suol dire.
Con i cambiamenti di formazione che avete avuto, pensi sia cambiato qualcosa nel vostro modo di approcciarvi alla musica?
Sono convinto che i cambiamenti sia normali all’interno di una band. Ci vuole del tempo per trovare i giusti equilibri e non sempre ci si riesce fin dall’inizio. Da un punto di vista musicale sia comunque rimasti sempre sulla stessa lunghezza d’onda, anche per l’apporto, come già accennato, di Basile e di Caudullo. Sicuramente con il passare del tempo siamo cresciuti, siamo diventati più maturi.
Questo lavoro coniuga due aspetti molto diversi tra loro. Un cantautorato italiano, anche molto introspettivo, con delle musiche, degli accordi e delle ambientazioni molto stranieri. Ascoltando gli intro delle canzoni, ti aspetteresti un gruppo inglese magari, invece voi cantate in italiano. Come avete ottenuto questo connubio?
Da tanto tempo ascoltiamo musica e ci nutriamo di tante cose, dalle musiche di Beethoven a quelle dei My Bloody Valantine o dei Cure, di Fabrizio De André o di Luigi Tenco. Ci nutriamo anche di altro, di cinema ad esempio. Tutto questo va a confluire in tutto quello che è il progetto Marlowe. Non c’è qualcosa di studiato a tavolino, siamo molto sinceri in quello che facciamo.
Come spesso facciamo, ti chiedo di associare a ‘Fiumedinisi’ un libro, un film, un album, un live e, per l’occasione, un posto del mondo da associare ad esso. Così, su due piedi, cosa rispondi?
Di libri ne metterei due. Una raccolta di poesie di Thomas Stearn Eliot che leggevo in quel periodo e da allora mi piace molto. L’altro libro, che rispecchia molto il nostro lavoro, è ‘Dance Dance Dance’ di Murakami Haruki. Il film è forse più difficile. Mi piace tanto il genere musicale e mi viene difficile scegliere. Forse potrei dire ‘Gli Occhi e La Bocca’ di Marco Bellocchio. Subito dopo aver visto quel film ho scritto di getto ‘2 maggio’. L’album potrebbe essere, per le atmosfere, ‘Loveless’ dei My Bloody Valantine, mentre il live forse quello degli Ulan Bator. La città è quella che c’è dentro di noi, molto spirituale. In effetti, ogni città potrebbe avere qualcosa di intimo da associare a ‘Fiumedinisi’.
Per concludere, quando potremmo vedervi live in Sicilia?
Nei prossimi due mesi suoneremo ad Enna il 25 febbraio e il 18 marzo a Ragusa. Forse suoneremo anche a Catania nei mesi prossimi. Vi terremo aggiornati nei nostri spazi su internet. Quindi, seguite con attenzione la nostra pagina facebook.