La cooperativa Arci Lavoro e non solo ha subito un ingente furto di mezzi e attrezzature tra sabato e lunedì. «Purtroppo non è la prima volta che subiamo furti simili, generalmente infatti non lasciamo mai i mezzi a Canicatti, li portiamo a Corleone, tranne per questi periodi di trebbiatura»
Canicattì, furto alla coop sui terreni confiscati «Non ci fermeremo adesso, serve aiuto di tutti»
Oggi i lavoratori della Cooperativa Arci Lavoro e non solo che lavorano su terreni confiscati a Canicattì hanno avuto una brutta sorpresa quando sono tornati per trebbiare le vigne sequestrate al mafioso Diego Guarneri. Due trattori, un camion e altri attrezzi agricoli sono stati rubati dal capannone dove erano custoditi in questi giorni. Il valore del furto ammonta a circa 70mila euro, le attrezzature erano assicurate ma il risarcimento non sarà pari al valore delle attrezzature, perché svalutate dal tempo e dall’usura. La Cooperativa è già in affanno perché da cinque anni per un cavillo burocratico non percepisce i contributi comunitari di Agea quindi ha poca liquidità, alcuni debiti e questa ulteriore batosta era proprio quello che non ci voleva.
Non è la prima volta che Lavoro e non solo subisce furti simili in quella zona infatti è raro che gli operatori lascino i mezzi a Canicattì, generalmente li riportano a Corleone, dove la cooperativa gestisce altri terreni confiscati, così come a Verbumcaudo. Anche per questo motivo i mezzi erano tutti assicurati. «Non ci voleva in questo momento – spiega Calogero Parisi, presidente della cooperativa – li abbiamo lasciati lì venerdì perché lunedì saremmo dovuti ritornare, in realtà lunedì ha piovuto e quindi siamo tornati solo oggi. I terreni vanno lavorati adesso e quindi non possiamo fermarci, andremo avanti in qualche modo con l’aiuto di tutti: chiederemo alla Unipol di accelerare i tempi per ricevere il corrispettivo, organizzeremo una raccolta fondi, ai creditori diremo di darci tempo e agli abitanti della zona aiuto per lavorare le terre, magari prestandoci i loro mezzi». La cooperativa, che ha circa 15 lavoratori con regolare contratto, sta ancora pagando le rate del mutuo a Banca Etica per l’ultimo trattore acquistato cinque anni fa, che fa parte del bottino.
«Si sono organizzati con i camion, perché i trattori sono cingolati, dunque molto pesanti – continua Parisi, che ha denunciato il furto questa mattina ai carabinieri di Canicattì – Non possiamo mai abbassare la guardia, infatti generalmente quando sappiamo che dobbiamo fare la trebbiatura e quindi i mezzi ci servono per diversi giorni e non possiamo portarli ogni notte a Corleone, ci organizziamo con sindaco e forze dell’ordine e lasciamo i mezzi nella piazza del paese, raramente ci capita di lasciarli al vigneto». In una nota l’Arci regionale lancia un appello alle autorità competenti, «affinchè siano intensificate ancora di più le attività di tutela e di controllo sui beni confiscati, per contrastare in maniera ancora più incisiva il tentativo della criminalità di arrestare la spinta al rinnovamento».
Aldilà del danno economico che il furto di questa notte, ciò che preoccupa di più è il rischio che i lavori al vigneto subiscano un rallentamento proprio ora che la campagna di produzione dell’uva entra nella fase più importante. La Cooperativa Lavoro e non solo, nata negli anni ’90 su iniziativa dell’Arci, da diversi anni gestisce terreni confiscati a diversi mafiosi tra Corleone, Canicattì e Polizzi Generosa, terreni che hanno creato occupazione per diversi soci e lavoratori e in cui ogni anno centinaia di giovani provenienti da tutta Italia partecipano da maggio ad ottobre ai campi della legalità promossi dall’Arci.