Canale di Sicilia, ennesima tragedia del mare

QUESTA VOLTA TRENTA O PIU’ MIGRANTI NON SONO MORTI IN MARE, MA NELLA STIVA DI UN PESCHERECCIO STRACOLMO DI PERSONE. POTREBBERO ESSERE STATI UCCISI DALL’ASFISSIA. OGGI L’ARRIVO DELL’IMBARCAZIONE A POZZALLO

Ennesima tragedia del mare. Ieri un peschereccio stracolmo di migranti è stato soccorso dai mezzi della Marina militare italiana nel Canale di Sicilia. A bordo ci sono circa 600 immigrati e una trentina di cadaveri. L’imbarcazione, che viene trainata, è attesa stamattina nel porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa.

Si attende di conoscere nei dettagli la ricostruzione di quanto possa essere avvenuto in mare. E cioè perché trenta o più emigranti sono morti. C’è chi ha ipotizzato che si possa essere trattato di una morte per asfissia. Cosa che, in ogni caso, verrà accertata dalle autorità del nostro Paese.

Con molta probabilità, i migranti che hanno preso posto su motopeschereccio dovevano essere già provati da lunghi giorni di viaggio. Hanno trovato posto su un’imbarcazione angusta. Ma erano in tanti, forse troppi, e nessuno ha voluto rinunciare al viaggio della speranza. Così si sono ammassati in una barca che non riusciva a dare ospitalità a tutti.

La stanchezza, la spossatezza e le condizioni di quasi inagibilità del viaggio debbono avere oltremodo provato queste trenta persone ammassate nella stiva del peschereccio. Alla fine non ce l’hanno fatta.

Il peschereccio è stato soccorso dalla nave ‘Grecale’ che – com’è noto – opera nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, ormai da tempo al centro di mille polemiche. L’Italia, di fatto, è l’unico Paese europeo che si occupa di dare soccorso ai migranti. Tutti i centri di accoglienza del nostro Paese sono pieni. In attesa di aiuti concreti da parte di un’Unione europea sempre più lontana.

 


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