A quasi sei mesi dalla fine del progetto di riqualificazione dell'architetto Renzo Piano, si tirano le somme nella struttura di Librino. «L'attenzione sta calando. I giochi sono rovinati e le coperture saltate. Servono interventi non a singhiozzo», spiega Piero Mancuso, tra i fondatori dei Briganti Rugby. Guarda le foto
Campo S. Teodoro dopo la fine dei fondi G124 «Servono 200mila euro per rifare il manto erboso»
«Il piano G124 non ha coinvolto direttamente il club. Sono stati fatti dei progetti attorno alla squadra, ma ciò che è stato realizzato sta scomparendo pian piano». Così Piero Mancuso, fondatore dei Briganti Rugby Librino, descrive la situazione attuale della struttura e delle opere realizzate attorno a essa, a quasi sei mesi dalla fine del piano di riqualifica portato avanti da Roberta Pastore e Roberto Corbìa, due giovani architetti inviati dal senatore a vita Renzo Piano nella periferia catanese.
«L’attenzione sta calando: i giochi sull’asfalto, ad esempio, sono stati rovinati dalle auto che transitano e dal sole – continua Mancuso – Sarebbe stato più funzionale farli in un punto non carrabile, ma ciò dipendeva dagli architetti che li hanno realizzati, non da noi in quanto club». Stesso discorso vale per le coperture e i teloni «in parte saltati a causa della pioggia e del vento, hanno avuto vita breve». «Siamo comunque soddisfatti – prosegue – Forse avremmo dovuto ragionare con maggiore attenzione sui lavori svolti, in modo da farli durare di più nel tempo. Manca un gruppo di persone che valorizzi questo genere di interventi tutto l’anno perché, se fatti a singhiozzo, il risultato è che con il tempo si rovineranno».
Per quanto riguarda il problema del terreno da gioco, spiega, «stiamo ragionando su come fare dei lavori sul manto, che verranno realizzati forse la prossima estate, e la cui spesa si aggirerà intorno ai 200mila euro». Un terzo del costo verrà speso dalla Federazione italiana rugby. «Da quando abbiamo ottenuto l’autorizzazione da parte dell’amministrazione cittadina abbiamo potuto programmare meglio le nostre attività – spiega – Adesso, però, dobbiamo far fronte noi alla sistemazione del campo, perché è nostro».
Lavori da svolgere anche con l’aiuto dei cittadini. «È il quarto anno che chiediamo che ci venga donato il cinque per mille e viviamo anche grazie al contributo di alcuni investitori. Valorizziamo l’aspetto collettivo e solidale perché non vogliamo padroni. Il club è di tutti, anche di coloro che danno un piccolo contributo». Sul futuro della squadra Mancuso precisa: «Stiamo facendo in modo di portare tutte le nostre squadre, sia giovanili che maggiori, a un livello superiore. Nell’arco di tre o quattro anni vorremmo arrivare a raggiungere la serie B». Un obiettivo non solo agonistico, ma anche educativo. «Per noi è importante togliere i ragazzi dalla strada, più che vincere un campionato – conclude – Noi diamo una possibilità a questi giovani, sta a loro decidere se sfruttarla o meno».