Secondo il pm che si occupa del caso non ci sarebbero i i presupposti d'urgenza imposti dalla legge per i casi di sequestro probatorio e gli accertamenti fatti per individuare i reati contestati sarebbero stati insufficienti
Campo rom, il blitz non convince la Procura Non convalidato il sequestro delle baracche
Il blitz dello scorso 17 febbraio al campo rom della favorita non convince neanche la Procura. Il pm che si occupa dell’indagine, Claudio Camilleri, ha infatti disposto il dissequestro delle 48 abitazioni di fortuna a cui erano stati apposti i sigilli dopo l’intervento di polizia municipale e carabinieri. Secondo il magistrato non ci sarebbero i presupposti d’urgenza imposti dalla legge per i casi di sequestro probatorio e gli accertamenti fatti per individuare i reati contestati sarebbero stati insufficienti.
Il blitz, che si era concluso con un arresto e diverse denunce, è stato molto contestato dalle associazioni che si occupano della situazione del campo rom e delle famiglie che lo abitano, che avevano anche a loro volta denunciato il rimpatrio forzato di quattro donne all’interno del campo, separate dalle proprie famiglie.
E contro l’azione al campo della Favorita si era schierato anche il sindaco Leoluca Orlando, che in una nota aveva sottolineato: «Quanto avvenuto al campo Rom di Palermo dimostra la inadeguatezza della normativa italiana che, di fatto, autorizza, anzi incentiva, la deportazione di cittadini che non hanno compiuto alcun reato, ma sono soltanto “colpevoli” di non avere diritti di cittadinanza».