Più di mille cuochi si sono sfidati, tra squadre regionali, individuali, ai campionati della Cucina italiana di Rimini. Gli chef si sono confrontati suddivisi in diverse giornate dedicate alle battaglie culinarie. E quando è toccato al Culinary team Palermo, nella seconda giornata, non hanno deluso, anzi. Sono stati i migliori tra i partecipanti alle sfide di domenica, ottenendo il primo posto grazie ai giudizi positivi di giornalisti e giuria tecnica, battendo le squadre del Molise, della Calabria e una delegazione di cuochi italiani dalla Francia. Oltre a conquistare una medaglia d’argento «abbiamo vinto anche il premio della critica gastronomica sempre nella stessa giornata – dice un membro del team, lo chef Francesco Giuliano – un riconoscimento molto importante perché viene assegnato dai critici del settore in ambito nazionale, invitati dalla federazione ad assaggiare i piatti e stabilire i migliori».
Oltre a Giuliano fanno parte del team anche il manager Salvatore Cambuca, Fabio Armanno, Giancarlo Troia, Antonella Di Galbo, Mauro Lo Faso e Gianluca Bruno. Quest’ultimo componente, di appena 19 anni, è stata la novità di quest’anno in quanto da regolamento doveva far parte della brigata anche un giovane sotto i 23 anni. Tanto territorio ma anche qualche ingrediente proveniente dalla cucina internazionale come il salmone e l’alga nori, presenti nell’antipasto al quale si aggiungevano anche il gamberone panato, imbrigliato nei capellini di riso e poi fritto, una quenelle di ombrina e un burro agli anacardi. Un classico del passato riproposto ai giorni nostri è invece il piatto unico di cacciagione composto da una terrina d’anatra con biscotto alla salvia e un petto d’anatra cotto a bassa temperatura e poi saltato e condito con la propria demiglace e appoggiata su una purea di patate affumicate ai porcini e salvia fritta. Punto focale il dessert come dove subito si avvertivano le note dell’essenza di gelsomino. Come chiusura il team palermitano ha proposto un semifreddo alla mandorla variegato al pistacchio, un gelèe al mandarino tardivo, una mousse e un tortino di ricotta alla mandorla. «Abbiamo riproposto dei sapori – aggiunge Giuliano – che abbiamo reso nuovamente tradizionali anche se a prima vista ci sono degli ingredienti che possono non sembrare del territorio».
Anche se ormai alcuni di loro sono dei veterani della competizione «il fatto che partecipiamo quasi tutti gli anni non esaurisce mai l’emozione che trasferisce prendere parte a una competizione di questo genere – sottolinea ancora – dove ci si trova ad essere valutati da professionisti di alto spessore e da giudici internazionali». Oltre alla grande soddisfazione per i complimenti ricevuti in merito alla pulizia del lavoro, alla mise en place impeccabile e per il rispetto delle procedure di conservazione degli alimenti al team resta «soprattutto un arricchimento dal punto di vista professionale che è l’obiettivo per cui si partecipa a questo tipo di eventi, ovvero per migliorarsi».
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