Cambiare la prospettiva

Cambiare la prospettiva? Gli studenti giudicano, i professori incassano? La mente perversa del nostro caro ministro ne ha pensata un’altra delle sue: gliela faccio vedere io a questi che mi stanno rompendo le scatole. Gli studenti danno i voti ai proff. e io li pago in base a questi.

 

Ho semplificato e banalizzato, ma in fondo il succo è questo. Step1 ha provato a giocare con questa materia incandescente. Forse i ragazzi hanno commesso qualche errore di inesperienza, sono perfettamente d’accordo con Granozzi quando dice che il sondaggio on line avrebbe potuto essere giocato su tasti più goliardici.

 

Non è bello tra l’altro – come è capitato a qualche prof. –  trovarsi sul banco dei cattivi senza sapere bene perché. Ma l’iniziativa del nostro magazine di facoltà, devo confessarlo, mi ha divertito davvero.

Intanto – arrossisco già mentre lo scrivo – sono subito corso a vedere come mi ero piazzato. Ah l’umana vanità! Non è andata tanto male e quindi ho tirato un bel sospiro di sollievo. E quando ho visto che c’era la possibilità del voto on line sono stato tentato di passare la voce ai miei ragazzi: facciamo un golpe, la comunicazione al potere.

Poi, all’improvviso un ritornello ha cominciato a ronzarmi in testa, faceva più o meno così: “scemo, scemo”. Era il ricordo di una canzone di Vecchioni che arrivava, provvidenziale, a salvarmi.

 

Superate le tentazioni, sconfitto il demonio sono di nuovo pronto ad affrontare il mondo, ma che paura! Ho rischiato di perdermi per sempre negli abissi della vanità.

 

A voi, diavoli vestiti da angeli, però non la perdono proprio. Se mi capita uno all’esame vedrete: la santità non dura per sempre, si concede delle pause.

 

In secondo luogo, lasciando da parte lo scherzo, una piccola trovata ha agitato le acque della nostra facoltà, portando un brivido d’altri tempi. E questo non è male, perché  ha aperto un dibattito che sicuramente sarà interessante e produttivo.

 

In terzo luogo perché, contrariamente ai giornali veri, dove sarebbe successo esattamente quello che ha coloritamente descritto Luciano, da noi l’editore di riferimento, la facoltà,  non ha mandato nessuno  a…spalare merda. Segno di una maturità e di un’apertura che, credetemi, non è facile da trovare in giro.

Enrico Escher


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