Cambi di casacca per i politici catanesi «Ribaltone» nella seconda municipalità

Siamo in piena estate e la calura si fa sentire, ma anche l’atmosfera politica in ambito comunale e municipale non è certo delle più fresche, anzi. Incandescente potrebbe essere definito il clima nella seconda municipalità dove il presidente Vincenzo Li Causi, candidato per il centrosinistra ed eletto con 3561 voti, avrebbe scelto un vice sul cui nome non c’è nessuna concertazione della maggioranza che rappresenta. Il prescelto infatti, è Alessandro Campisi, eletto nella lista del centrodestra Tutti per Catania, ma passato da pochi giorni tra le fila di Articolo 4. Una scelta che ha fatto infuriare la sua coalizione, in particolare il gruppo del Megafono, che parla di ribaltone, seppure la carica non abbia nessun ruolo politico. «Increduli nell’apprendere quanto deciso dal presidente Li Causi constatiamo l’assoluta slealtà di Art.4 nei nostri confronti», scrivono in un comunicato congiunto i consiglieri di municipalità Enzo Crimi, Marco Di Blasi, Adriana Patella, Ignazio Platania e Pina Rapicavoli. Non gradiscono per nulla la situazione che, dicono, «non gioverà certamente a instaurare un clima positivo e costruttivo». Una attacco diretto al presidente Li Causi e ad Articolo 4 che con questa vicenda avrebbero dimostrato di «viaggiare in maniera diametralmente opposta ai nostri auspici», pertanto «bisognerà scongiurare che la politica poltronista e miope del presidente si riverberi sul consiglio e a cascata sulla qualità dell’attività amministrativa».

Anche Giuseppe Caudo, coordinatore provinciale del Megafono attacca la scelta compiuta da Vincenzo Li Causi. E se la carica di vice è simbolica, lo è altrettanto la scelta dell’uomo. Al consigliere del Megafono Orazio Grasso, appena nominato vicepresidente della terza municipalità, fa dunque «i più sentiti auguri» e parla di ribaltone per ciò che è accaduto nella seconda circoscrizione. «È una decisione che ha innescato di fatto un vero e proprio cambio di maggioranza – dice – una scelta ha tutto il sapore di un uscita da prima Repubblica». Il riferimento è ad accordi sottobanco poco chiari che potrebbero essere alla base di tale scelta. La linea della lista quindi vuole essere di rottura perché «oggi al governo della seconda municipalità c’è una maggioranza diversa da quella venuta fuori dal voto». E se dal coordinatore provinciale arriva la richiesta al gruppo di allontanarsi da questa maggioranza, al presidente chiede «un immediato confronto per trovare una rapida soluzione a questa spiacevole vicenda e di tornare immediatamente sui suoi passi e restituire dignità al voto dei cittadini».

Non solo nelle municipalità, però, sembrano calde le poltrone. Alcune voci in città riferiscono infatti di un passaggio verso Articolo 4 anche per i consiglieri comunali Nuccio Lombardo e Massimo Tempio. Il primo è stato eletto in Primavera per Catania, ma il suo rappresenterebbe in qualche modo un ritorno a casa. Nella passata amministrazione, infatti, era stato consigliere nella lista Autonomia Sud a sostegno di dell’ex sindaco Raffaele Stancanelli. Con lo scioglimento del partito autonomista, al pari di molti dei suoi ex compagni di partito, ha fatto un passaggio nell’area di centrosinistra. Ma se alcuni di loro sono subito confluiti nella lista Articolo 4, capitanata da Nino Leanza, autonomista d’annata e a lungo sostenitore dell’ex presidente della regione Siciliana Raffaele Lombardo, lui sembra stia pensando di compiere il passaggio adesso. E anche il consigliere Massimo Tempio eletto in Tutti per Catania starebbe pensando di fare lo stesso percorso. Se la scelta verrà confermata, il suo, però, non sarà un semplice passaggio di lista, ma un vero e proprio salto dall’opposizione alla maggioranza.


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