Nome e cognome resta uguale ma a cambiare è il simbolo con passaggi da uno schieramento all'altro. Sono diversi i casi a livello regionale e non sempre la pratica risulta essere fortunata. Abbiamo messo insieme quelli più noti
Cambi casacca, i casi eccellenti in vista del 25 settembre Tanti specialisti ma ci sono pure quelli dell’ultimo minuto
Trasformisti, cambia casacca o voltagabbana. Termini diversi ma il risultato è sempre lo stesso ed è ancora più evidente a ridosso delle tornate elettorali, specie quando al voto si andrà in unico giorno tra regionali e politiche. L’esercito di chi cambia partito è sempre più nutrito e non conosce perimetro coinvolgendo in maniera identica anche chi si autoproclamava immune e annunciava barricate contro le grandi ammucchiate. Il 25 settembre la deputata uscente e vicepresidente dell’Ars Angela Foti correrà con Fratelli d’Italia dopo essere stata eletta per due volte con il Movimento 5 stelle. Durante l’ultima legislatura si è però consumata la scissione con i pentastellati e insieme ad altri delusi aveva creato il gruppo di Attiva Sicilia poi rinominato in Attiva Sicilia verso Diventerà Bellissima. Da questo gruppo arriva anche la candidatura di Elena Pagana, deputata uscente originaria della provincia di Enna e moglie dell’assessore alla Sanità Ruggero Razza. Esperto nel cambio di partito lo è già il deputato uscente Nicola D’Agostino. L’ex capogruppo dell’Mpa sarà nella lista di Forza Italia dopo avere militato nell’Udc, in Sicilia Futura ed essere stato candidato nel 2018 alla Camera con il Partito Democratico.
Con i dem ha scritto un pezzo della sua storia politica anche Luca Sammartino, specialista non solo nel raccogliere preferenze ma anche nel cambiare partito. Da quando è stato eletto per la prima volta all’Ars, correva l’anno 2012, è passato dall’Udc al movimento centrista Articolo 4 di Lino Leanza. Poi il salto nel Partito Democratico e quello dentro Italia Viva accanto a Matteo Renzi. Adesso sarà candidato con Prima l’Italia, ossia la Lega di Matteo Salvini. Al Carroccio, alla vigilia dei termini per la chiusura delle liste, ha annunciato il suo ingresso anche la deputata uscente Eleonora Lo Curto, originaria di Trapani ed eletta al palazzo dei Normanni con l’Udc. Nella sua casa politica è invece tornato l’ex assessore al Comune di Catania Alessandro Porto. Sarà candidato con gli autonomisti dopo le esperienze con Udc, Forza Italia e la breve liaison con la Lega. Nuovo tentativo di approdo all’Ars e simbolo diverso, quello di Fratelli d’Italia, per l’avvocato Dario Letterio Daidone, già candidato nel 2012 con il Popolo delle Libertà e nel 2017 con Forza Italia, partito di cui era all’epoca vice coordinatore provinciale a Catania. Dagli azzurri è fuoriuscito anche Elio Tagliaferro, oggi candidato con la Nuova Democrazia di Totò Cuffaro ma con trascorsi anche nell’Mpa di Raffaele Lombardo. Decisamente più recente il cambio di casacca di Luigi Bosco e Angelo Villari, ormai ex esponenti del Partito democratico che hanno deciso di candidarsi con il movimento Sicilia Vera dell’ex sindaco di Messina Cateno De luca.