Una richiesta di risarcimento che, con una notifica al tribunale civile di Palermo, il sindaco Domenico Giannopolo rivolge ai due enti. Dall'aprile del 2015 il piccolo paese del Palermitano è difficilmente raggiungibile. «Bisogna allungare di 50 chilometri tra andata e ritorno» denuncia il primo cittadino
Caltavuturo chiede mezzo milione di danni ad Anas e Provincia Sindaco: «Dal crollo del viadotto Himera siamo rimasti isolati»
Poco meno di 4mila abitanti, e un isolamento che va avanti dall’aprile del 2015. Ma adesso il Comune di Caltavuturo chiede mezzo milione di euro di risarcimento ad Anas e alla provincia di Palermo. Dal crollo del viadotto Himera, sull’autostrada A19 Palermo-Catania, raggiungere il piccolo paese che fa parte del Parco delle Madonie e che si trova nell’entroterra della valle di Himera è diventato complicato.
«Chi vuole raggiungerci deve fare la trazzera (la strada realizzata dal Comune di Caltavuturo grazie soprattutto ai 300mila euro donati dal Movimento cinque stelle siciliano) e bisogna allungare di 25 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno» spiega il sindaco Domenico Giannopolo, che ha notificato al tribunale di Palermo una richiesta di risarcimento ai due enti. Danni quantificati in 500mila euro. «L’aumento dei costi c’è stato per tutti – continua il primo cittadino -. Basti pensare alle aziende che si riforniscono di materie prime, ai pendolari, ai trasporti pubblici e privati, alle attività agrituristiche, ai turisti, al settore agricolo. Siamo isolati da due anni e mezzo».
Nelle 20 pagine di citazione, redatte dallo studio legale Trovato, si fa riferimento ai collegamenti stradali «che dovrebbero assicurare al Comune di Caltavuturo la viabilità». Una situazione definita «drammatica» e dove, sempre secondo l’esposto, «gli enti proprietari delle strade (Anas e Provincia Regionale di Palermo) non hanno assicurato, nel tempo, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria atti a garantire l’effettività dei collegamenti e la stessa sicurezza di mezzi e persone». Il contesto è stato poi ulteriormente aggravato, ad aprile 2015, «dal crollo del pilone dell’autostrada A19 Palermo-Catania, che ha ceduto tra i chilometri 57 e 58, tra Scillato e Tremonzelli». La conclusione, dunque, è che «non può non rilevarsi che il crollo del viadotto non è stato un evento accidentale, ma l’inevitabile conseguenza della carenza di interventi manutentivi da parte degli enti proprietari e gestori». C’è di più: il Comune di Caltavuturo aveva più volte segnalato il rischio frana per i piloni dell’autostrada. Ma l’allarme era rimasto inascoltato.
Dopo alcuni mesi di disagio per i tanti automobilisti che percorrono quotidianamente la A19, costretti a inerpicarsi sino a Polizzi Generosa, a novembre del 2015 Anas ha realizzato la cosiddetta bretella. Alleviando le difficoltà di chi si sposta con l’auto ma non di chi risiede a Caltavuturo. «A noi quella bretella non interessa – conferma Giannopolo – è un fatto interno all’autostrada. Anas sta lavorando alla strada statale 120 ma non ci hanno dato i tempi di realizzazione dei lavori». Sul sito della società che si occupa delle rete stradale ed autostradale italiana, gli ultimi aggiornamenti relativi alla ss120 sono i lavori di manutenzione straordinaria compresi tra i chilometri 103 e 155. Nessuna notizia, insomma, di Caltavuturo. Meridionews ha chiesto una replica ad Anas, finora senza esito.