Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha votato a larga maggioranza: 17 voti per l'attuale procuratore aggiunto a Catania, contro i sei di Marcello Viola, procuratore a Trapani. Il magistrato di origini ragusane aveva già lavorato negli uffici nisseni dal 2006 al 2012
Caltanissetta, Bertone nuovo procuratore capo Ha lavorato alle nuove indagini su via D’Amelio
A guidare la procura di Caltanissetta sarà Amedeo Bertone. Per il magistrato etneo, oggi in servizio come procuratore aggiunto a Catania, si tratta di un ritorno. Bertone infatti era già stato negli uffici nisseni dove si è occupato delle nuove indagini sulla strage di via D’Amelio. Prenderà il posto di Sergio Lari. Una scelta presa dal plenum del Consiglio superiore della magistratura a larga maggioranza: 17 voti per Bertone contro i sei per Marcello Viola, procuratore a Trapani. A fare inizialmente richiesta per lo stesso ruolo era stato anche Carmelo Zuccaro, intanto nominato procuratore capo a Catania. Poltrona per cui anche lo stesso Bertone aveva avanzato la sua candidatura. «Sono contento di andare a Caltanissetta dove ho lavorato – commenta Bertone a MeridioNews – conosco ovviamente il posto che ultimamente è oggetto di attenzione particolare. Ho ben presente le problematiche che dovrò affrontare con l’aiuto di tutti».
Caltanissetta e Catania, le due città tra cui la carriera di Bertone ha fatto per lo più spola. In magistratura dal 1979, il magistrato ha lasciato Catania per la prima volta nel 1995 quando è stato nominato alla procura nazionale antimafia, per poi tornare qualche anno dopo e restare fino al 2006. Quando viene trasferito a Caltanissetta come procuratore aggiunto. Torna nel capoluogo etneo sei anni dopo, nel 2012, con lo stesso ruolo, e ci resta fino alla nomina di oggi. Tra le indagini più note svolte all’interno degli uffici della procura catanese c’è quella sull’omicidio del giornalista Giuseppe Fava per mano mafiosa, avvenuto a Catania il 5 gennaio del 1984. Ma quelli trascorsi a Catania sono anche anni difficili, in cui i veleni all’interno della procura etnea rendono l’aria poco respirabile e il lavoro ancora meno sereno.
È il 2001 quando scoppia il cosiddetto secondo caso Catania che vede l’ufficio giudiziario di Catania spaccato. A schierarsi con le denunce al Csm dell’allora presidente del tribunale dei minori Giambattista Scidà è il procuratore Nicolò Marino, che a novembre 2013 siederà da assessore nella prima giunta del governatore regionale Rosario Crocetta. In un tutti contro tutti esasperato, anche due colleghi storici come Marino e Bertone – che insieme hanno condotto il maxiprocesso Orsa maggiore al clan Santapaola – arrivano a scontrarsi a colpi di esposti al Csm e denunce per calunnia.
Corsi e ricorsi storici, i due si ritroveranno proprio a Caltanissetta e lavoreranno insieme alle nuove indagini sulla strage di via D’Amelio in cui è morto il giudice Paolo Borsellino. È proprio il nuovo procuratore capo a occuparsi di raccogliere i racconti di Gaspare Spatuzza, passato dalla famiglia mafiosa di Brancaccio alla collaborazione con la giustizia. Nuove indagini che porteranno a ulteriori arresti e a un nuovo processo, che adesso Bertone coordinerà da vertice della procura.