«Temperatura al di sotto di quanto previsto dalla normativa». È con questa motivazione che il preside del liceo scientifico Majorana del Comune calatino è stato costretto a mandare a casa gli studenti. Perché gli impianti termici non possono essere attivati prima del 30 novembre, anche se all'esterno ci sono nove gradi
Caltagirone: troppo freddo, scuola chiusa «In classe? Termosifoni spenti e 10 gradi»
«Considerato che la temperatura nei luoghi scolastici è al di sotto di quanto previsto dalla normativa, le classi vengono licenziate alle ore 11.50». Al liceo scientifico Majorana di Caltagirone fa troppo freddo per stare in classe. A certificarlo è una circolare del dirigente scolastico, Giuseppe Turrisi, che questa mattina è stato costretto a interrompere le lezioni prima del tempo. Dopo le proteste degli studenti, a cui già ieri era stata prospettata la possibilità di un’uscita anticipata da scuola. «Ci era stato detto che avremmo avuto una risposta entro le 10.20 – racconta un alunno – Io sono un pendolare, se fossimo usciti a quell’ora sarei tornato a casa con un passaggio». Invece la circolare del preside si è fatta attendere. «Ci siamo rifiutati di entrare dopo l’intervallo, solo così abbiamo ottenuto la circolare che ci permetteva di andare via». Nelle classi e tra i corridoi, dicono i ragazzi, la temperatura oscillava tra i dieci e i quindici gradi. Almeno cinque in meno di quelli previsti dalla legge, che impone alle scuole la temperatura minima di 20 gradi.
«Il fatto è che i termosifoni non si possono accendere prima del 30 novembre», spiega il preside Turrisi. Anche se nel Calatino oggi erano previsti solo nove gradi di temperatura massima, nelle aule non sarebbe stato quindi possibile accendere il riscaldamento. Tutta colpa di una legge nazionale, recepita dalla città metropolitana di Catania, che definisce le date di accensione e spegnimento degli impianti termici: il 30 novembre, appunto, e il 15 marzo. «L’unica cosa che possiamo fare noi è sollecitare la città metropolitana affinché il periodo di attivazione venga anticipato». In realtà, la normativa italiana prevede anche che «i sindaci, con propria ordinanza, possono ampliare o ridurre, a fronte di comprovate esigenze, i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di attivazione». Ma in mancanza di simili disposizioni alle scuole non resta altro che chiudere i battenti.
Da oggi al 30 novembre, in fondo, non manca poi molto. «Noi domani abbiamo assemblea d’istituto – continua lo studente – Oggi abbiamo scioperato per questa storia del freddo. Ma domani non sappiamo che fare». Per sabato le previsioni meteo sono poco più clementi di oggi: 13 gradi di massima e sette gradi di minima. «Alcuni miei compagni di classe non sono venuti. E domani sicuramente in molti si assenteranno, anche perché non c’è ancora una circolare a questo proposito». Il preside sulla possibilità di lasciare i ragazzi a casa per un altro giorno, però, non si è ancora espresso. «A scuola ci sono sei sezioni, cinque classi per ogni sezione e una media di 20 studenti per classe: siamo tutti in attesa».
A tremare per le basse temperature, però, sembra siano solo gli studenti calatini. Caltagirone, con i suoi 608 metri di altitudine, è poco più in basso di Comuni come Nicolosi (698 metri sul livello del mare) e Milo (720 metri). Nelle loro scuole, però, i termosifoni sono stati accesi già il 15 novembre. «Noi siamo cittadine di montagna – spiegano da un istituto comprensivo di Nicolosi – Siamo un’eccezione alla regola, possiamo attaccare il riscaldamento prima degli altri. Anche perché, altrimenti, fino ai primi di dicembre non sapremmo come fare». E la possibilità di interrompere l’attività didattica per via del clima non è contemplata: «Quando fa freddo anche prima del 15 novembre – dicono – chiediamo l’intervento del sindaco e risolviamo».