Caltagirone, restaura bevaio vandalizzato «Non voglio soldi, solo il bene della città»

«L’ho fatto con il cuore». Con queste parole Giacomo Portosalvo, marmista di Caltagirone, risponde quando gli si chiede come gli è venuto in mente di ristrutturare gratuitamente il bevaio a Croce San Giacomo, vandalizzato da ignoti nella notte tra il 9 e il 10 gennaio. Portosalvo è un uomo sulla sessantina, con tre figli e tre nipoti ancora piccoli. La sua azienda è a lato dell’abbeveratoio, distrutto poco più di un mese fa con un travetto di cemento armato. Nato e cresciuto nella zona dove lavora, l’uomo è legato a questo luogo. Non vuole nessun riconoscimento, si schermisce, nessun merito in particolare.

Il 10 gennaio il signor Giacomo va a lavoro come tutti i giorni. Il bevaio è a pochi passi dalla porta d’ingresso della sua azienda, ma lui non nota nulla in particolare. Un cittadino va a prendere dell’acqua – come molte generazioni prima hanno sempre fatto e come molti ancora fanno – e si accorge dell’accaduto. L’abbeveratorio è stato oggetto di un atto vandalico, è distrutto. Così Portosalvo decide, con l’aiuto del cittadino lì presente, di metterlo al riparo pezzo per pezzo e di rimediarvi al più presto. «Mi è dispiaciuto trovarlo in quel modo», racconta. Ha negli occhi un pizzico di tristezza, ma parla con voce pacata e non si capacita del perché sia stato compiuto un atto di quel tipo. L’assessore ai Lavori pubblici Simone Monforte si reca personalmente da lui per chiedergli di ristrutturare lo storico bevaio. A spese del Comune, s’intende. Ma il signor Giacomo non ne vuole sapere di essere pagato: «Lo faccio con il cuore, lo faccio per amore della mia città», ripete ancora una volta.

Nei giorni che seguono, un amico del signor Portosalvo va a trovarlo e gli consiglia di non sistemare solo i pezzi rovinati ma di ristrutturare tutto il bevaio. «Mi ha dato una buona idea, ma purtroppo il tempo non è stato d’aiuto – spiega il marmista – Le continue piogge di questo ultimo periodo mi hanno impedito di ultimare il lavoro nel più breve tempo possibile. Non potevamo incollarlo con la pioggia, non si sarebbe asciugato».

L’8 febbraio con l’aiuto del figlio, del genero e di un suo dipendente ridà luce al bevaio che torna a funzionare. Adesso il signor Giacomo è contento. «Ringrazio il signor Portosalvo, da lui arriva un bell’esempio di amore per la città, di forte senso di appartenenza alla comunità e di attaccamento alle sue sorti. La migliore risposta all’atto vandalico», ha dichiarato l’assessore Monforte. A cui si unisce anche il sindaco Nicola Bonanno, il quale aggiunge anche l’augurio che «non abbiamo più a ripetersi certi deprecabili episodi». Ma Giacomo Portosalvo è contento perché, lo ripete ancora, in quel quartiere è nato e cresciuto e lavora ogni giorno. «È la nostra città – conclude – e tutti dovremmo averne cura, per noi stessi e per le generazioni future. Bisogna avere umiltà ma soprattutto amore per se stessi, solo così si può avere amore per gli altri e per le cose».

Simona Romano

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