Caltagirone, appalti truccati al cimitero Indagati sindaco, assessore e dirigenti

Un cimitero da ampliare e uno nuovo da costruire, una base d’asta di 20 milioni di euro e un’indagine che parte nel 2009 e giunge a ridosso delle elezioni comunali. A Caltagirone, grosso centro in provincia di Catania, un’accusa pesante rischia di condizionare la corsa alla poltrona di primo cittadino fissata per maggio 2012. L’attuale sindaco di centrosinistra Francesco Pignataro, il suo assessore ai servizi cimiteriali Francesco Di Stefano e l’ex direttore generale con funzioni di segretario generale Maria Angela Caponnetti, hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dal Procuratore della Repubblica di Caltagirone. L’accusa è di abuso d’ufficio. Secondo le fiamme gialle, sarebbe stato truccato un appalto per i lavori di ampliamento del cimitero comunale e per la costruzione di uno nuovo in periferia iniziati nel 2010.

Coinvolti nell’inchiesta anche Giovanni Alparone – dirigente pro-tempore dell’area tecnica, accusato di turbativa d’asta e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio – e i commissari di gara Teresa Messina e Francesco Liberto, accusati di turbativa d’asta in concorso con i progettisti Gabriele CardilloEgidio Sinatra e il geometra Gaetano Troia, legale rappresentante dell’azienda vincitrice della gara, la siracusana Cimca Srl che non avrebbe avuto nemmeno i requisiti finanziari (capitale sociale insufficiente) richiesti per partecipare all’asta.

Secondo la Guardia di Finanza a giocare il ruolo chiave sarebbe stato l’ingegnere Alparone «l’indiscusso dominus in materia di appalti pubblici all’epoca in cui prestava servizio presso il Comune di Caltagirone» accusato anche di false attestazioni in atto pubblico, «nonché di aver favorito fraudolentemente la partecipazione all’appalto per la realizzazione in project financing dell’ampliamento e della gestione dei cimiteri di Caltagirone ad un’unica società». Questa ditta – secondo gli inquirenti – sarebbe riconducibile al geometra Troia, con la complicità ed il concorso del socio contitolare dello studio Alparone & Cardillo, Gabriele Cardillo, e di vari funzionari comunali.

Giovanni Alparone è accusato anche di «corruzione, per aver omesso atti del proprio ufficio e per aver commesso atti contrari al proprio ufficio, procurando un ingente vantaggio patrimoniale a se stesso, come socio dello studio di progettazione Alparone & Cardillo. In sostanza, grazie alla sua funzione pubblica, Alparone avrebbe favorito Gaetano Troia fornendo in anticipo tutte le informazioni su un progetto complesso come quello dell’ampliamento della parte nuova attigua al cimitero monumentale e per la costruzione di quello nuovo nella frazione di Granieri.

Secondo la Guardia di Finanza, il sindaco Pignataro, l’assessore Di Stefano e il segretario Caponnetti erano a conoscenza delle irregolarità che avevano contraddistinto la gara d’appalto assegnata col metodo del project financing «tra i più grossi mai realizzati nella Sicilia orientale», stando alle stime degli inquirenti.

«Per un uomo pubblico qual è un sindaco – spiega Francesco Pignataro attraverso un comunicato stampa – è normale essere sottoposto a indagini, che sono sicuro tuteleranno la nostra onorabilità e la bontà di una scelta – il ricorso alla finanza di progetto – decisiva per garantire l’indispensabile realizzazione di un nuovo cimitero, capace di risolvere il problema della cronica carenza di loculi per i prossimi 20 anni». Fiducia nella magistratura e il riconoscimento di competenza e serietà, queste le certezze del primo cittadino, che si difende: «Ribadisco l’assoluta correttezza del nostro operato e attendo con serenità che gli inquirenti concludano il proprio lavoro per dimostrarlo. Peraltro gli atti oggetto d’indagine sono nella disponibilità dell’Ufficio tecnico, che mi ha sempre rassicurato sulla loro regolarità. Anche quando appresi che c’erano problemi relativi al capitale sociale dell’impresa – continua Pignataro -, convocai (era il 17 aprile 2008) una conferenza di servizio con i vertici dell’attuale Utc e le parti, in cui ricevetti ampie e circostanziate garanzie che si trattava soltanto di questioni di carattere formale, superabili e infatti superate».

Il prossimo passo sarà verificare se i lavori effettuati siano – almeno questi – in regola. Secondo l’ufficio stampa del comune calatino, sono stati consegnati ai cittadini già più di duemila loculi sui 10mila da realizzare.

 

[Foto di Portale turismo Caltagirone]


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Abuso d'ufficio. Questa l'accusa contro il primo cittadino della città calatina Francesco Pignataro. Secondo la Guardia di Finanza, l'appalto da 20 milioni di euro in project financing - tra i più grossi mai realizzati nella Sicilia orientale - sarebbe stato pilotato in favore di un'azienda siracusana. Dominus dell'intera vicenda un dirigente pro-tempore dell’area tecnica. Ma per gli inquirenti sindaco e assessore sapevano delle irregolarità

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