Lunedi 24 giugno dalle 9 alle 13 le segreterie territoriali di Slc Cgil, Cisl Fistel, Uilcom e Ugl organizzano un presidio insieme a tutti i lavoratori liberi dal servizio davanti ai negozi sociali Wind e Tim di via Libertà. Lo scopo del presidio è sollecitare il governo nazionale a intervenire su una crisi strutturale che in Sicilia mette a […]
Call center, lunedì presidio dei sindacati in via Libertà
Lunedi 24 giugno dalle 9 alle 13 le segreterie territoriali di Slc Cgil, Cisl Fistel, Uilcom e Ugl organizzano un presidio insieme a tutti i lavoratori liberi dal servizio davanti ai negozi sociali Wind e Tim di via Libertà. Lo scopo del presidio è sollecitare il governo nazionale a intervenire su una crisi strutturale che in Sicilia mette a rischio 20.000 posti di lavoro, in Almaviva Palermo lavorano 3200 persone.
Contro il calo di volumi di traffico delocalizzato all’estero, con percentuali che superano il 60 per cento; ma anche per il rispetto delle tariffe minime stabilite dalla legge e contro la destrutturazione di ammortizzatori sociali di un settore in crisi e la costituzione di un fondo di settore e per una piena trasparenza dei contratti commerciali tra committenti e outsourcer; oltre che contro l’utilizzo di espedienti finanziari che stanno soffocando il settore dei Call Center e epr il pieno coinvolgimento delle Istituzioni chiamate a sostenere un piano di sviluppo per Almaviva.
«L’iniziativa unitaria di lunedì è rivolta verso i principali committenti di Almaviva a Palermo, ovvero WindTre e Tim che hanno annunciato tagli di lavoro fino al 70% – dichiara Massimiliano Fiduccia della Segreteria SLC CGIL – ed è a sostegno del tavolo di confronto del 26 al Ministero del lavoro. Occorre intervenire nell’immediato sui volumi delocalizzati all’estero, sulle tariffe che vengono corrisposte dai committenti agli outsourcer e su un fondo strutturale dedicato al settore, in piena crisi, che non punti solo ad ammortizzatori sociali ma anche ad un piano industriale di riconversione».
«Questo chiederemo al ministero e al governo già dal 26, non è più tempo delle soluzioni tampone, basta guardare alle crisi aziendali nell’ambito dei call center sparse per la penisola. Interventi strutturali e regole del settore subito oppure nel giro di qualche mese parleremo – conclude Fiduccia – di smantellamento di un comparto che è già al collasso».