Call center e clausola sociale, in bilico 10mila lavoratori Slc Cgil: «In arrivo licenziamenti, rischio disastro»

I licenziamenti potrebbero essere dietro l’angolo. Con un effetto domino che a Palermo dove gli addetti ai call center sono 10mila (20mila in tutta la Sicilia) rischia di innescare una vera e propria bomba sociale. L’ennesima doccia fredda per i lavoratori del comparto arriva questa volta da Montecitorio, dove è in discussione l’emendamento, votato in commissione Ambiente, che introduce la “clausola sociale” nei cambi d’appalto. La norma prevede la prosecuzione dei rapporti di lavoro già esistenti in caso di successione di imprese negli appalti con il medesimo committente e la protezione dei trattamenti economici e normativi contenuti nei contratti collettivi.

Se non passa, denunciano i sindacati, il disastro occupazionale è certo. Soprattutto in città dove le cessioni dei rami d’azienda sono in corso da tempo. Cento lavoratori di Omia Network hanno perso il posto tre anni fa, «nella indifferenza del nostro governo» denuncia la Slc Cgil. E Almaviva a dicembre ha in scadenza alcune gare e gli esuberi possibili sono mille. «Se il governo resta assente non conteremo le vittime» dice il sindacato, che stamani dalle 10 alle 12 ha organizzato un sit-in in via Cavour, davanti la Prefettura

«È una battaglia di civiltà perché nei cambi di appalto le vittime sacrificate alle decisioni e ai profitti aziendali sono sempre i lavoratori, gli anelli deboli – spiega la Slc Cgil di Palermo -. Pur di risparmiare, le aziende sacrificano posti di lavoro e professionalità acquisite, con la conseguenza dell’abbassamento dei livelli occupazionali e della rinuncia al radicamento sul territorio, che sta impoverendo la Sicilia terra dei call center». In difesa della clausola sociale e per dire basta alla precarietà nei call center è stata lanciata nei giorni scorsi una petizione che ha raccolto già più di 11 mila firme.

I call center a rischio sono molti. Ci sono i 262 operatori di Atlanet, che nel passaggio da Accenture a Bt hanno perso parte dell’integrativo aziendale. Un altro caso aperto è quello del call center 4U servizi, che conta 333 dipendenti. La commessa Wind è stata venduta ad Abramo, con una clausola per il mantenimento dei lavoratori. Ma i sindacati non sanno quanti operatori saranno realmente “protetti”. Si parla di poco più di un centinaio. E gli altri? «Col passaggio dei lavoratori decadranno i contratti di solidarietà per tutti. E gli altri sarebbero licenziati. In questo momento non possono nemmeno accedere agli ammortizzatori sociali in deroga – dice la componente Slc Cgil di Palermo Rosalba Vella -. Questi passaggi sono continui sul nostro territorio».

Al prefetto il sindacato dei lavoratori della comunicazione della Cgil di Palermo ha sollecitato un intervento per evidenziare lo stato di necessità del settore. Perché occorre costruire «una politica industriale per il settore dei servizi, che rappresenta il futuro dell’occupazione in Sicilia, Isola che è ai primissimi posti in quanto a qualità e professionalizzazione dei suoi lavoratori». Eppure nonostante sia «un settore che può avere sviluppi occupazionali straordinari» la Regione resta «assente».

Redazione

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