Giuseppe Frisoli, tifoso rossazzurro residente a Sortino (Siracusa), ha raccontato a MeridioNews la sua odissea, cominciata con l'acquisto di un biglietto per Catania-Siracusa e terminata in piazza Spedini senza potere assistere alla partita. «Voglio che il mio caso si conosca, non mi sono sentito tutelato»
Calcio Catania, tifoso rimane fuori dal Massimino «Biglietto era regolare, nessuno mi ha tutelato»
Sabato scorso il Catania è tornato alla vittoria col Siracusa: un 1-0 fondamentale, che ridà fiato alle speranze rossazzurre di lottare fino alla fine per la promozione. Tra la gioia generalizzata dei tifosi catanesi, però, si cela la profonda delusione di chi non è potuto entrare a godere dello spettacolo offerto dalla squadra di Lucarelli, nonostante avesse acquistato regolarmente il suo biglietto e, per di più, avendo la tessera del tifoso. È la storia di Giuseppe Frisoli da Sortino, tifoso doc del Catania, abbonato alla tribuna A dal 2007 al 2012. «Quest’anno, pur non avendo l’abbonamento, sono riuscito a seguire le gare con Fondi e Bisceglie – ricorda Frisoli – e sono andato a Siracusa ad assistere alla partita d’andata col Catania. Martedì decido di voler assistere al derby tra etnei e aretusei. Per questo vado in una ricevitoria di Floridia e acquistando il biglietto».
Frisoli precisa bene che l’acquisto è stato compiuto solo dopo avere verificato che l’unica limitazione era legata all’incedibilità del titolo acquisito, così come era stato specificato dal comunicato emesso lunedì 26 febbraio dalla società rossazzurra. Mercoledì, però, cominciano i primi sospetti: «Entrando sul sito Listicket – precisa il tifoso – vedo che la vendita dei tagliandi è inibita a tutti i residenti della provincia di Siracusa, compresi quelli minuti di tessera di fidelizzazione». Scatta così l’allarme, anche se i tentativi di entrare in contatto con Listicket e la società Calcio Catania cadono nel vuoto: «Non ho ricevuto risposte da nessuno, fin quando venerdì 1 marzo – ricorda con esattezza Frisoli – sul sito della società rossazzurra viene rettificato il comunicato di lunedì, al quale si aggiungono le limitazioni decise dalla prefettura che vieta la vendita dei tagliandi ai residenti in provincia di Siracusa, anche se possessori di tessera del tifoso».
In assenza di rettifiche riguardo alla sua situazione, il sabato della partita Giuseppe Frisoli prende l’autobus che da Sortino lo porterà a Catania, con la speranza che non ci siano comunque problemi. «Alle 15.45 – specifica il tifoso – mi metto in fila ai tornelli ma, arrivato al mio turno, lo steward mi blocca a causa della mia residenza in provincia di Siracusa». Assieme a lui, altre due persone provenienti da Priolo e Augusta: il tempo passa, le altre persone entrano e si arriva alle 16.30, l’orario del fischio d’inizio. «A quel punto – ricorda Frisoli – uno degli steward passa biglietto, carta d’identità e la tessera del tifoso a un collega: passano altri cinque minuti quando un signore, senza qualificarsi – specifica il supporter di Sortino – e senza la classica pettorina gialla mi chiama (sbagliando fra l’altro nome, appellandolo come Frison, ndr) riconsegnandomi documento e tessera, ma non il biglietto».
Giuseppe Frisoli chiede spiegazioni, di fronte alle quali l’individuo che gli ha riconsegnato i documenti risponde che il biglietto sarebbe stato sequestrato e la ricevitoria multata, a causa dell’errore. «Alle 16.45 mi allontano dallo stadio, seccato e deluso. Ho mandato una ulteriore mail alla società – specifica il tifoso – sperando di ricevere almeno delle scuse. Sono deluso e perplesso: dopo la stipula della tessera e avendo acquistato regolarmente il biglietto speravo in un trattamento diverso. Non do la colpa alla ricevitoria – aggiunge Frisoli – ma Listicket in primis non è stata chiara. Sto pensando, in tal senso, di rivolgermi a Confconsumatori». L’amore per il Catania ovviamente rimane, al punto che Frisoli spera di poter andare in trasferta a Lentini, ma ciò che è successo non sarà dimenticato: «Serve più comunicazione e chiarezza. Non so neanche chi sia stato il gentiluomo che mi ha strappato il biglietto dalle mani – ricorda l’intervistato – non avendo alcun segno identificativo, né pettorina né tanto meno una divisa. Il biglietto non poteva essere trattenuto, sia per avere una tracciatura che per poter reclamare il rimborso. Ci vuole buon senso – conclude il tifoso rossazzurro – mi sono sentito trattato come l’ultimo dei criminali».