Le posizioni dei gruppi che organizzano il tifo nei settori più caldi del Massimino si distanziano. Dopo le scelte differenti prese la scorsa stagione e i confronti violenti, si spacca il fronte dell'opposizione alla carta imposta dal Viminale nel 2009: «È l'unico modo per seguire le trasferte» contro «Bisogna restare coerenti»
Calcio Catania, differenze tra curva Nord e Sud Da appelli per lo sciopero alla tessera del tifoso
Sì «perché la squadra non sia più sola in trasferta». No perché «abbiamo l’obbligo di restare coerenti». Sono le voci degli ultras della curva Sud e della curva Nord dello stadio Angelo Massimino. L’argomento è la tessera del tifoso, la carta che dal 2009 – su decisione del ministero dell’Interno – è necessario sottoscrivere se si vuole seguire ovunque la propria squadra del cuore. I gruppi più rappresentativi dei due diversi settori avevano finora fatto fronte comune nell’osteggiare il provvedimento. Ma dopo «un’estate travagliata, complessa e martoriata per i nostri colori», scrive la curva Sud, le posizioni sono cambiate. E aumentano le differenze di vedute, emerse già dalle decisioni prese la passata stagione. E dalle recenti cronache.
Ormai, scrivono i gruppi della Sud a proposito della card, sarebbe «utopia credere che venga rimossa o che le trasferte tornino a essere libere». Ragion per cui «molti di noi in questi giorni hanno già fatto la tessera, l’unica alternativa per mantenere il movimento in vita». Il testo è firmato Estrema appartenenza Curva Sud Catania. Sigla che unisce gli ultras degli Irriducibili e della Falange d’Assalto. Gruppo, quest’ultimo, fondatore del tifo organizzato nella Nord ma che ha da poco scelto di spostarsi nella Sud.
Durante la scorsa stagione sportiva – in una riunione tra tifosi tenuta in piazza Spedini – alcuni membri della Falange avevano espresso pubblicamente la propria distanza dai metodi utilizzati dal gruppo di riferimento della curva Nord, A sostegno di una fede. Ma condivisero la scelta di non entrare allo stadio come protesta verso la gestione dell’ex presidente Antonino Pulvirenti. Mentre la Curva Sud entrò e tifò almeno nella prima delle due partite – contro Brescia e Carpi – per le quali dal quartiere generale della Nord era partito l’appello allo sciopero del tifo. A settembre, in piazza Castello Ursino, alcuni ultras di A sostegno di una fede si sono scontrati con altri della Falange d’Assalto. Poi la comparsa dei vessilli di quest’ultimi in curva Sud.
Nei giorni scorsi la curva Nord ha risposto alle parole firmate Estrema appartenenza ribadendo «il proprio “no alla tessera del tifoso“», ma precisando il proprio rispetto «per ogni diversa posizione e punto di vista». Alla percezione della Sud che l’altra curva stia combattendo «una guerra persa», dalla Nord oppongono «l’obbligo di restare coerenti». Anche a costo di «resistere alla maledetta voglia di sostenere la nostra maglia in trasferta». E sulla sopravvivenza del movimento: «Dobbiamo sacrificare il presente per poter vivere i prossimi anni di gradoni in condizioni migliori o, perlomeno, non peggiori».