Calcio Catania, debiti e proprietà ancora da definire Tra i soci delle società vicine a Sigi c’è anche Izco

Da un lato il calcio giocato sul campo, con la vittoria di ieri. Dall’altro le tribolazioni societarie che non sembrano essersi fermate, tra debiti e proprietà entrambe ancora non definitive. Nella complicata storia del Calcio Catania, le due cose possono anche toccarsi. E, come scoperto da MeridioNews, lo fanno con un nome: Mariano Izco, storico centrocampista della serie A rossazzurra, tornato al club etneo di fatto in sostituzione del capitano Marco Biagianti. Quello che però non era ancora noto è che l’attaccamento alla squadra di Izco sia così forte da partecipare – insieme ad altri quattro soci – a una società vicina alla fresca proprietaria Sigi spa.

Ma andiamo con ordine. È di pochi giorni fa la notizia dell’acquisizione del cento per cento delle quote del Calcio Catania spa da parte della Sport investment group Italia spa, nata da una cordata di imprenditori che a luglio ha rilevato la società con una trattativa che ha tenuto i tifosi col fiato sospeso per mesi. Un gruppo volenteroso, ma che da solo rischia di infrangersi contro un muro di circa 60 milioni di debiti: alcuni già pagati, altri che continuano ad arrivare con nuovi creditori che bussano alla porta. Compresi ex dirigenti e consulenti che da soli raggiungerebbero una cifra di circa 4 milioni di euro, tra indennità di carica dovute e parcelle a volte salate su cui sarà necessario trattare. E altrettanti sarebbero quelli dovuti al Comune di Mascalucia, per contenziosi legati alla costruzione del centro sportivo Torre del Grifo.

Un salvagente, negli scorsi mesi, è stato lanciato dall’avvocato e dirigente sportivo statunitense Joe Tacopina: la proposta su cui si ragiona da tempo è l’acquisizione da parte sua di tutte le quote, eccetto una percentuale riservata a Gaetano Nicolosi, attuale socio di maggioranza di Sigi, e una piccola parte per quanti vorranno restare. Con un’unica condizione, a cui si continua a lavorare: abbassare i debiti. Una missione non semplice, che prevede dei piani B e pure C, dai quali non sembra essere escluso il coinvolgimento di un altro nome al momento estraneo alle trattative note. Ma, intanto, sono diverse le società che orbitano intorno alla Sigi: aiutando a vario titolo dall’esterno i proprietari ufficiali e, magari, con l’intento di posizionarsi in un’eventuale percentuale futura riservata a investitori locali e affezionati.

Tra queste, c’è la Sport group srl. Con un nome simile a quello degli attuali proprietari del Catania, la società è stata costituita a giugno 2020, appena un mese dopo la spa della cordata di imprenditori etnei. Tra i cinque soci, diversi nomi spesso coinvolti nel salvataggio del club. Su tutti, Nicola Le Mura, attuale amministratore unico del Calcio Catania e socio di Sigi, amministratore unico anche di Sport group. Ma anche Enrico Massimino, erede della famiglia storicamente legata al nome del Calcio Catania, che già a giugno aveva annunciato la sua volontà di «dare una mano». 

E così Giovanni Palma, dell’omonimo gruppo imprenditoriale che si occupa di spedizioni, il cui nome circolava all’inizio tra i possibili componenti della cordata. Due poi i nomi a sorpresa: uno noto, l’altro meno. Nel secondo caso di tratta di Rosario Salvatore Pappalardo, autista Ast, socio di due ditte di pubblicità e cartellonistica, consigliere comunale ad Aci Sant’Antonio in quota Italia Viva. Più noto invece il nome del quinto socio: Mariano Izco, il centrocampista che il 9 settembre, pochi mesi dopo la costituzione della società, ha firmato un contratto per il suo rientro a Catania dopo sei anni.


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