L'iniziativa è stata organizzata in concomitanza con gli Europei di calcio a undici e ha visto anche la partecipazione di tanti medici psichiatri. Un modo per stare insieme e sottolineare l'importanza dei progetti di inclusione in favore dei soggetti più fragili
Calcio a 5, torneo per lottare contro disuguaglianze Team dei rifugiati batte nazionale Crazy for football
Un calcio al pallone e uno alle disuguaglianze. Lo hanno dato quattro squadre protagoniste del quadrangolare Dream World Cup – Crazy for football special edition, torneo all’insegna dello sport come strumento di cura, integrazione, inclusione e speranza per le persone più fragili, organizzato da Ecos. Dopo la cerimonia di apertura, sotto le note di We are the people, inno degli Europei di calcio 2020 e dell’inno di Mameli che accompagna sempre la nazionale Crazy for football – la selezione nazionale di calcio a 5 per la salute mentale -, le squadre si sono sfidate in partite ad alto livello agonistico, sotto la direzione degli arbitri federali inviati dall’Associazione italiana arbitri (Aia), sempre sensibile a queste iniziative.
La vittoria è andata agli I-Care, rappresentativa di rifugiati e richiedenti asilo, a cura della Asl Roma 1 e del centro Samifo, che nella finale per il primo posto ha battuto la nazionale italiana Crazy for football. Sul terzo gradino del podio è salita la squadra Idea, compagine di studenti delle scuole secondarie di Roma, che nella finalina ha avuto la meglio ai rigori sugli Sphere, formazione di medici psichiatri, operatori della salute mentale e tecnici dello sport.
Ma sui campi di calcio a 5 del circolo Il Faro hanno vinto tutti i partecipanti, che hanno indossato la maglia dell’inclusione, dell’integrazione e della solidarietà. «Lo sport, in questo caso il calcio a 5, ha dimostrato ancora una volta di non conoscere confini e di essere in grado di superare barriere e ostacoli di ogni tipo – ha dichiarato con orgoglio il ct della nazionale italiana Crazy For Football, Enrico Zanchini – unendo persone di qualsiasi razza, condizione fisica e mentale».
«La partecipazione di tanti medici psichiatri, che hanno indossato la maglia Sphere, un progetto europeo che intende promuovere la pratica sportiva come strumento di riabilitazione psichiatrica – ha affermato il medico psichiatra Santo Rullo, ideatore del progetto Crazy For Football – rappresenta un segnale forte per le istituzioni affinché i tecnici dello sport siano riconosciuti come figure indispensabili all’interno dei servizi, pubblici e privati, della salute mentale».
Grande soddisfazione ha espresso anche Giancarlo Santone, direttore Uosd Centro Samifo Asl Roma 1, nelle vesti di giocatore nelle fila degli Sphere come medico psichiatra e selezionatore della squadra degli I-Care, nata nell’ambito di un progetto interregionale co-finanziato dalla Regione Lazio, che mira a migliorare i servizi per immigrati, rifugiati e richiedenti asilo. Sui campi di gioco hanno voluto essere presenti anche Maurizio Veloccia, vicecapo di Gabinetto della Regione Lazio, e un emozionatissimo Roberto Tavani, delegato allo Sport della Presidenza della Regione Lazio, che ha portato il saluto del presidente Nicola Zingaretti, sottolineando l’impegno della Regione Lazio nel sostenere questo tipo di iniziative.
All’evento ha preso parte anche Roberto Natale, responsabile di Rai per il Sociale, che patrocina il progetto della nazionale Crazy For Football, che ha ribadito l’impegno del servizio pubblico nella diffusione dei principi e dei valori che animano questo progetto.
Una giornata molto significativa, dunque, con un alto valore scientifico e sociale, all’insegna dello sport e dell’inclusione, arricchita da un terzo tempo nel segno del cibo e della musica con le note di Lucio Dalla che hanno fatto da sottofondo a tutta la parte finale della manifestazione.