Dieci giorni fa alcuni sanitari sarebbero stati aggrediti dai parenti di un malato durante un servizio di pronto intervento. Una versione che i familiari hanno confutato tramite una nota. Ma che porta i sanitari delle ambulanze a richiedere l'installazione di telecamere sui mezzi. «Per la tutela di tutti», precisano i sindacati
Calatabiano, personale 118 aggredito da famiglia vittima Sindacato degli autisti: «Vogliamo telecamere a bordo»
«Non è insolito che gli autisti soccorritori vengano purtroppo aggrediti dai familiari di chi ha bisogno di un’ambulanza». A dirlo è la dirigente della centrale operativa della 118 di Catania, Siracusa e Ragusa, Isabella Bartoli. L’ultimo episodio di violenza di questo tipo si è verificato a Calatabiano. Lì i sanitari di un mezzo di pronto intervento sarebbero stati aggrediti dai parenti della persona che aveva bisogno di aiuto medico. Un fatto, l’ultimo di una serie, che ha portato uno dei sindacati di categoria – la Fials 118 – a richiedere alle autorità competenti l’installazione di telecamere di sicurezza dentro le ambulanze. Una necessità che adesso andrà al vaglio dei politici dell’Assemblea regionale siciliana (il servizio è regionale, ndr) competenti in materia, e dei dirigenti delle centrali operative siciliane.
«I colleghi sono stati chiamati per l’ennesima volta da un uomo e – racconta a MeridioNews Salvatore Belfiore, dirigente Fials 118 Catania – sono stati insultati perché l’ambulanza sarebbe arrivata troppo tardi». «Questa persona, da quello che mi hanno raccontato, una volta salita sul mezzo avrebbe deciso di scendere ma è caduta e si è fatta male», continua Belfiore. Poi «i soccorritori sarebbero stati aggrediti». Una versione che però è stata confutata dalla famiglia della persona soccorsa attraverso una nota inviata al quotidiano Gazzettino online. Per loro, sarebbero stati invece i sanitari a scagliarsi contro il congiunto, provocandogli alcune ferite. Sul caso si dovrà ancora fare luce ma l’episodio ha portato gli autisti del 118 a volere maggiori tutele. Come le telecamere di sorveglianza sulle ambulanze.
«Ci sono in tutti i mezzi pubblici e persino sui taxi e – spiega il referente regionale del sindacato, Carmelo Salomone – non vedo perché non dovrebbero esserci nei mezzi di soccorso». «Troppo spesso i miei colleghi vengono aggrediti perché la gente pensa che l’ambulanza non parta subito dopo la segnalazione», continua il sindacalista nonché autista soccorritore. In realtà, se i mezzi tardano qualche minuto «è perché ce ne sono troppo pochi e magari capita che sono tutti impegnati». Adesso il passo per tutelare il lavoro dei sanitari del 118 sono le telecamere a bordo «tenendo in considerazione che potrebbero essere riprese immagini sensibili e che quindi necessitano di dovuti accorgimenti», precisa Salamone. Che conclude: «Lotteremo fino a quando non le otterremo anche perché l’investimento sarebbe di poche migliaia di euro».