Ogni volta che Elsa Fornero parla si rimane ‘commossi’. E’ inutile: la ministra del Governo di Mario Monti è una donna di grande ‘umanità’. Da candidare al premio Nobel per la bontà e per la capacità, raramente riscontrabile negli esseri umano, di mettersi sempre nei panni degli altri per capirne i problemi.
In questi giorni, per esempio, Elsa è alle prese con la vicenda dei cosiddetti ‘esodati’. Sono lavoratori che, in base ad accordi che hanno stipulato con le rispettive aziende di provenienza e con lo Stato, sono andati in pensione anticipatamente. Non perché lo hanno voluto loro, ma spesso, perché gli è stato quasi imposto dalle aziende dove lavoravano.
Appena entrati nella ‘stanza dei bottoni’, Elsa e il suo ‘maestro’, il capo del governo del nostro Paese, Mario Monti, hanno scoperto che lo Stato non ha più i soldi per pagare gli ‘esodati’. Pagare cosa? Semplice. Chi è andato in pensione con due o tre anni di anticipo ha firmato con la propria azienda di provenienza e con lo Stato un accordo in base al quale lo stesso Stato gli avrebbe corrisposto i soldi dei due o tre anni di ‘ponte’ in attesa di percepire la pensione. Dopo aver firmato tale accordo – che, di fatto, è un contratto – lo Stato, impersonato da Monti e dalla Fornero, ha detto che non ci sono più soldi e non vuole più pagare.
Ieri, dopo il casino scatenato dagli ‘esodati’, Monti e la Fornero hanno trovato un po’ di soldi. Che possono bastare, però, solo per una parte degli ‘esodati’. E gli altri? Cavoli loro. E a nulla, per ora, sono valse le proteste di Cgil, Cil e Uil.
Mentre scriviamo questa indecorosa sceneggiata è ancora aperta. Domanda: può lo Stato rimangiarsi un accordo che ha siglato? In uno Stato diritto, no. Ma, a quanto pare, il nostro Stato di diritto, piano piano, sta per essere trasformato in uno Stato di necessità: dove la necessità è quella di assicurare alla massoneria finanziaria che governa l’Unione Europea tutto quello che potrà essere ‘scippato’ agli italiani: prima i risparmi, poi le case. In fondo, la manovra sugli ‘esodati’ è solo l’inizio dello ‘scippo’.
E’ interessante notare l’atteggiamento dei tre partiti che sostengono il Governo Monti: il Pdl, il Pd e l’Udc.
Il più ‘convinto’ di tutti è Pierferdinando Casini 8Udc), che trova Monti e la Fornero così ‘interessanti’ da proporli per il governo della prossima legislatura. Amorevole, Casini, no? Lui sì che vuole ‘salvare’ il Paese…
Il leader del Pd, Bersani, fa il pesce dentro il barile. Mentre il leader del Pdl, Berlusconi, finge di essere contrario ma intima, di fatto, al coordinatore del partito, Angelino Alfano, di appoggiare Monti.
Domanda: perché se Berlusconi è contro il Governo Monti il Pdl non lo molla? Risposta: perché il Cavaliere teme che i ‘mercati’ (formula eufemistica con la quale vengono definiti i ‘banditi’ della finanza globale che, a colpi di spread, stanno affossando l’Italia) si pappino le sue aziende. Così fa il gesuita: dice di essere contro, ma il Pdl rimane azionista di maggioranza del Governo Monti…
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