Nicasio Di Cola ha annunciato la propria decisione con un post su Facebook. All'origine c'è la richiesta del consiglio comunale, dove non aveva più maggioranza, di azzerare la giunta e nominare altri assessori. «Ho difeso la mia dignità di uomo», ha scritto
Caccamo, il sindaco si dimette dopo scontro in consiglio «Metto fine a denigrazione, comprese smorfie alle spalle»
«Tra la velleità di continuare a fare il sindaco e di tutelare la mia dignità di uomo ho preferito la seconda ipotesi, ponendo fine a una situazione non più sostenibile». Con queste parole Nicasio Di Cola, sindaco di Caccamo, nel Palermitano, ha annunciato le proprie dimissioni. La decisione è stata resa nota con un post su Facebook, in cui l’ormai ex primo cittadino non lesina critiche al consiglio comunale, accusato di avere tentato di imporgli un rimpasto di giunta. «Mi è stata avanzata una proposta dal consiglio comunale che prevedeva l’azzeramento dell’intera giunta e la nomina di quattro nuovi assessori esterni, scelti tutti dal consiglio comunale», scrive Di Cola.
Per il sindaco la proposta messa sul piatto dal consiglio comunale era inaccettabile. «Avrei dovuto sacrificare gli assessori attuali che hanno lavorato con impegno e sacrificio per dare spazio a delle persone con le quali avrei dovuto amministrare con la prospettiva di essere condizionato nelle scelte e per nome e per conto di quel consiglio Comunale che ha usato espressioni offensive e denigratorie mei miei confronti, comprese le smorfie fatte alle mie spalle durante i miei interventi», ha aggiunto Di Cola.
«Ho sempre svolto con abnegazione, sacrificio e spirito di servizio nei confronti della comunità il mio mandato amministrativo conferitomi dalla cittadinanza e nessuno può affermare il contrario. Il rammarico più grande che mi rimane è quello di non poter portare a compimento i tanti progetti avviati», ha concluso.