«Una misura che avrà valore finché ci sarà una condizione di necessità». Ad affermarlo è Giuseppe Berretta, deputato catanese e membro della commissione parlamentare che, giovedì notte, ha votato e approvato l’emendamento che assegna organico in più agli uffici giudiziari con carenza di personale. Il tribunale etneo è tra questi
Business migranti, 20 magistrati in più a Catania Richiesta Csm approvata in commissione Giustizia
«Finché ci sarà una condizione di necessità, allora la procura di Catania potrà contare fino a 20 magistrati in più di adesso». La richiesta era stata avanzata, un paio di settimane fa, dal Consiglio superiore della magistratura e sottolineava la difficoltà degli uffici giudiziari etnei a far fronte all’emergenza migranti. Nel frattempo la commissione parlamentare sulla Giustizia l’ha fatta sua, trasformandola in un emendamento contenuto in un decreto più ampio. L’iter alla Camera dovrebbe essere concluso entro questa settimana. Ed entro il 5 agosto dovrebbe diventare legge.
«Contiamo di chiudere tutto prima della pausa estiva», afferma Giuseppe Berretta, deputato catanese e componente della commissione che ha votato e approvato l’emendamento giovedì notte. «Ovviamente, si tratta di un emendamento che non riguarda solo il tribunale di Catania, ma tutti i tribunali che sono sottodimensionati rispetto alle reali necessità. In questo caso, la particolare situazione di necessità è dovuta all’emergenza migranti, che non può essere gestita con carenze organiche pesanti». Come quelle, già note, del Palazzo di giustizia etneo. Per questo motivo potranno essere inviati nel capoluogo etneo fino a 20 magistrati, che arriveranno da altre sedi.
I nuovi procuratori potranno rimanere in città per 24 mesi. Un lasso di tempo che, in caso di necessità, può essere raddoppiato. Permettendo agli inquirenti «di rinforzo» di restare a Catania per quattro anni. «Ovviamente, se finiti questi quattro anni ci sarà ancora bisogno, saranno inviati altri procuratori. Selezionati sulla base di parametri che saranno valutati dal Csm», continua Berretta.
Era stato proprio il Csm, del resto, a richiedere con urgenza questa misura. L’obiettivo era di velocizzare le risposte alle richieste di protezione internazionali e di affrontare meglio l’emergenza immigrazione. Tanto più che nel capoluogo etneo non c’è da sciogliere solo il nodo relativo alle richieste d’asilo provenienti dal Cara di Mineo, ma ci sono anche da gestire le indagini sul traffico di esseri umani. «Questo emendamento – conclude Giuseppe Berretta – è stato inserito all’interno di un decreto legge più ampio che affronta varie tematiche sempre legate alla Giustizia. Vista la situazione di necessità di procure come quella di Catania, ormai non si poteva più attendere».