Bozza della deliberazione adottata dal S.A. nell’adunanza del 31/01/2011

3. Legge n. 240 del 30/12/2010, art. 2 comma 5 – designazione di n. 6 componenti della commissione.

Il rettore fa presente che il comma 5, dell’art. 2, della legge n. 240 del 30/12/2010 (legge di riforma dell’Università) stabilisce, tra l’altro, che, in prima applicazione, il nuovo statuto di Ateneo è predisposto da apposito organo composto da quindici componenti, tra i quali il rettore con funzioni di presidente, due rappresentanti degli studenti, sei designati dal Senato accademico e sei dal Consiglio di amministrazione. Il nuovo Statuto è adottato con delibera del Senato accademico, previo parere favorevole del Consiglio di amministrazione. Preliminarmente, intende sottolineare che, come indicato dalla legge, il nuovo Statuto è adottato dagli organi collegiali di governo dell’Ateneo; ne consegue che la commissione incaricata di predisporlo ha semplice funzione redigente ed istruttoria. Pertanto, il suo ruolo non va enfatizzato. La commissione, al fine di garantire la massima partecipazione che porterà alla definizione del nuovo Statuto, opererà invitando a presenziare alle sue sedute i componenti del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione. L’iter procedurale per l’approvazione del nuovo Statuto dell’Ateneo si concluderà entro il mese di settembre di quest’anno. A tal proposito, è già stato predisposto un calendario delle prime sei sedute della commissione. Il rettore spiega di volere dare un’accelerazione ai lavori per l’elaborazione del nuovo Statuto di Ateneo sia perché si sta cercando di adottare una linea comune tra Atenei omogenei, sia per evitare ingerenze di organi esterni, che potrebbero portare a sterili e demagogiche strumentalizzazioni. Infatti, recentemente, circola sempre più insistentemente l’ipotesi del blocco della riforma attraverso un’azione di boicottaggio delle procedure di approvazione dei nuovi Statuti, sin dalla designazione dei componenti della commissione. Il rettore fa presente che il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione sono organi pienamente rappresentativi della comunità universitaria; è ad essi che la legge affida il compito di designare i componenti della commissione incaricata di predisporre il nuovo testo dello Statuto. Riferisce che gli sono pervenute diverse proposte in ordine all’individuazione dei componenti della commissione. Alcuni hanno proposto che fosse composta esclusivamente da professori ordinari, altri sulla base di terne proposte dalle facoltà. Dopo attenta riflessione e valutazione di tutte le istanze, è pervenuto ad una proposta che tiene conto delle varie componenti universitarie, della rappresentanza delle facoltà, delle diverse fasce di docenza e del genere. Tale proposta prevede che detta commissione sia composta, in totale, da quattro professori ordinari, quattro professori associati, da tre ricercatori e da un rappresentante del personale tecnico-amministrativo, oltre che da due rappresentanti degli studenti e dal rettore, come prescritto dalla legge. Per tale ragione, ha proposto una lista di nomi al Consiglio di amministrazione e intende proporne un’altra al Senato accademico. Il Consiglio di amministrazione, nella seduta del 28/01/2010, ha approvato, con venti voti favorevoli e due astensioni, la proposta del rettore ed ha designato i seguenti componenti: la prof.ssa Ida Nicotra – ordinario, il prof. Andrea Bettetini – ordinario, il prof. Domenico Sciotto – ordinario, il prof. Riccardo Noto – associato, il dott. Francesco Nocera – ricercatore e il dott. Massimo Sturiale – ricercatore.

Con riferimento ai componenti che il Senato è chiamato a designare propone i seguenti nominativi: prof. Giuseppe Barone – ordinario; prof. Paolo Militello – associato, prof. Giuseppe Cucuzza – associato, prof. Orazio Prezzavento – associato; dott.ssa Lucia Arcifa – ricercatore; dott. Carlo Vicarelli – personale tecnico-amministrativo.
Per quanto riguarda gli studenti, fa presente che provvederà ad incontrarne i rappresentanti in Senato accademico e in Consiglio di amministrazione, per l’individuazione dei due nominativi.
Per quanto sopra, il rettore invita il Senato ad adottare in merito le proprie determinazioni, manifestando la disponibilità ad accogliere ogni suggerimento in merito al funzionamento e alla disciplina dei lavori della commissione, mentre, al fine di garantire l’equilibrio tra componenti, facoltà, fasce e genere, potrà accogliere solo dichiarazioni di voto a favore o contro la lista proposta. Nel caso in cui la lista proposta non dovesse trovare il consenso del Senato ne prenderà atto e riproporrà il punto all’odg della prossima seduta.

Sull’argomento si apre il dibattito.

Il preside C. Buttà ritiene necessario definire delle linee guida alle quali la commissione dovrà attenersi nello svolgimento di propri lavori e pertanto chiede che sia convocata un’apposita seduta del Senato per discutere sull’argomento.

Il preside N. Famoso ritiene che una decisione così importante per l’Ateneo necessiti di un ampio dibattito che coinvolga tutta la comunità accademica.

Il preside V. Di Cataldo si associa a quanto riferito dal preside Buttà, ritenendo essenziale che vengano definite in un’apposita seduta del Senato le linee guida ispiratrici del lavoro della commissione incaricata di elaborare il testo del nuovo Statuto.

Il preside G. Barone, nell’apprezzare la scelta del rettore di aver inserito nella lista proposta un componente della propria facoltà, ritiene opportuno che si svolga un ampio dibattito per giungere ad una scelta più ponderata.

La preside F. Elia ricorda che da quando si trova in Senato, quando è stato necessario esprimersi su designazioni, si è sempre proceduto secondo le modalità oggi adottate dal rettore e pertanto dichiara di condividerne la proposta.

Il preside C. Buttà rilascia la seguente dichiarazione che, sottoscritta dallo stesso, viene allegata al presente verbale.

“Il Prof. Buttà ritiene che il percorso seguito dal Rettore per giungere alla composizione della commissione è gravemente antidemocratico, ispirato a un approccio palesemente e volutamente di tipo unilaterale, conflittuale e prevaricatorio, molto distante dagli impegni da lui presi in occasioni ufficiali, e che non lascia presagire nulla di positivo per i futuri assetti dell’Ateneo. Gli impegni vanno sempre onorati e non traditi, i progetti di cambiamento vanno costruiti insieme e non imposti, il rispetto delle regole di comportamento non può essere a senso unico ma deve riguardare tutti.
Il Prof. Buttà manifesta comunque la sua volontà di partecipare attivamente al processo di riordino dell’assetto organizzativo dell’ateneo – che auspica non etero diretto e non pensato nell’interesse di pochi gruppi – e chiede al Rettore di convocare a breve termine un Senato che definisca le logiche di fondo a cui la Commissione dovrà attenersi nella redazione del nuovo Statuto.
Il prof. Buttà dichiara infine che le posizioni che avrà modo di esprimere nel corso dei futuri lavori saranno sempre schiette e improntate a senso di responsabilità istituzionale, nel rispetto delle regole democratiche e delle opinioni altrui.
Per le ragioni anzidette, il Preside Buttà dichiara di astenersi”.
        
Il preside V. Di Cataldo rilascia la seguente dichiarazione che, sottoscritta dallo stesso, viene allegata al presente verbale.

“Il Preside Di Cataldo segnala che, a proprio parere, il percorso proposto dal Rettore per la nomina della Commissione che predisporrà la bozza di nuovo statuto è gravemente deficitario. Non è stata preventivamente effettuata, nonostante vari Presidi lo abbiano espressamente chiesto, alcuna discussione dei criteri che dovrebbero presiedere all’individuazione dei nomi, e neppure una discussione di possibili candidati. Non è stata neppure rispettata, cosa gravissima e priva di precedenti, la promessa fatta dal Rettore in Senato, di “concordare” i nomi con i Presidi. Il Preside Di Cataldo riferisce che nessun contatto il Rettore ha avuto con lui prima della delibera del Consiglio, che, su proposta del Rettore, ha, tra l’altro, nominato un rappresentante della Facoltà di Giurisprudenza. Questo modo di procedere, proprio in quanto immemore di qualunque motivazione e di qualunque condivisione, può andar bene se si vuol scegliere un gruppo di amici per una partita a carte, non per comporre una commissione che deve preparare il nuovo statuto dell’Università.
Tutto ciò umilia e penalizza la comunità universitaria, e discrimina fortemente l’Ateneo catanese rispetto a tutti gli altri Atenei italiani, ove in questi giorni si procede con ben altro stile. Riforme di questa portata, che si riflettono sul futuro delle prossime generazioni di studenti, non possono essere progettate dal solo Rettore. Esse richiedono discussione, confronto, attenzione, capacità di ascolto, partecipazione e condivisione.
L’assoluta carenza di dialogo e confronto, in questo come in ogni caso, non è solo segno di disprezzo per gli altri. È anche una scelta non efficiente. Ciascuno di noi, compreso ovviamente il Rettore, di fatto arriva a conoscere personalmente in modo non superficiale una frazione molto circoscritta dei propri colleghi, specie in riferimento alle aree scientifiche più lontane dal suo campo di lavoro. Non può quindi stupire, anzi è assolutamente naturale, che i nomi proposti dal Rettore al Consiglio siano stati ritenuti non rappresentativi o non adeguati, al di là delle loro persone, proprio in riferimento alle aree più lontane dal suo settore: Economia, Giurisprudenza, Lingue.
Il Preside Di Cataldo chiede quindi che la procedura venga rimodulata, che il Rettore assicuri la revoca delle nomine già fatte dal Consiglio di Amministrazione, e che si avvii la discussione sui criteri di individuazione dei componenti della Commissione per il nuovo statuto. Dichiara che continuerà ad avere il massimo rispetto per il Rettore e per il suo ruolo, collaborerà con il Rettore con lealtà come ha sempre fatto, e darà il suo pieno contributo alla elaborazione del nuovo statuto. Auspica che il Rettore a sua volta rispetti tutte le componenti della comunità universitaria. Preannunzia il proprio dissenso per il caso il Rettore dovesse proporre una lista di nomi, a prescindere da questi nomi, e proprio per la necessità di garantire all’Ateneo una procedura corretta.
Si riserva di presentare altre candidature”.
        
Il Preside G. Barone rilascia la seguente dichiarazione che, sottoscritta dallo stesso, viene allegata al presente verbale.

“Il preside Barone, pur apprezzando l’impegno del Rettore a trovare un punto di sintesi e di equilibrio istituzionale, preso atto del dibattito emerso in Senato, dichiara la propria astensione sulla Proposta perché ritiene opportuno rinviare la designazione della Commissione Statuto dopo avere invitato le Facoltà ad indicare una terna di nomi con relativo curriculum”.

Il Preside N. Famoso rilascia la seguente dichiarazione.

“La riforma Gelmini innova profondamente l’ordinamento degli studi universitari. Non solo sotto il profilo della governance ma anche sotto il profilo didattico-scientifico. Un così profondo cambiamento delle strutture universitarie, che prelude ad un modello nuovo degli studi superiori, mai peraltro sperimentato in Italia, non può essere il risultato di un’elaborazione ristretta e chiusa di uno scarso coinvolgimento della comunità scientifico-accademica, tecnico-amministrativa e degli studenti. Con questi tratti il nuovo progetto avrebbe tutti i caratteri dell’autoreferenzialità. Ed invece appare necessario, come peraltro dichiarato dalla mia Facoltà nella sua ultima seduta, aprire una fase costituente, aperta al libero dibattito, ad un confronto ampio ed alto fra tutte le componenti della nostra Università. Perché lo statuto sia il risultato di un percorso di partecipazione e della massima condivisione.
L’ipotesi proposta di una designazione secca del Rettore dei componenti la commissione che dovrà redigere lo statuto contrasta con questo spirito ed anzi, cosi come la proposta è formulata, rischia di divenire motivo di tensioni ed impedimenti. Insomma un percorso che mortifica la grande tradizione di partecipazione attiva e di ricco confronto della nostra Università”.
        
Il prof. M. Barcellona, ritenendo che la commissione di che trattasi non sia tecnica ma abbia, piuttosto, delle specifiche connotazioni politiche, ritiene che gli organi di governo dell’Ateneo non possano non tenere conto del dibattito e delle tensioni che hanno portato all’approvazione della legge di riforma delle Università. Afferma che si sarebbe dovuto più opportunamente operare, chiedendo delle terne alle facoltà sulla base delle quali gli organi collegiali di governo dell’Ateneo avrebbero dovuto operare le proprie scelte. Dichiara pertanto di votare contro la proposta del rettore.

Lo studente D.W. Giuffrida rilascia la seguente dichiarazione che, sottoscritta dallo stesso, viene allegata al presente verbale.

“Magnifico Rettore, in qualità di rappresentante degli studenti in Senato Accademico, non condivido la designazione arbitraria dei componenti della commissione. Ciò che è discutibile, non è la preparazione o la conoscenza sulla questione, dei componenti della stessa, (lungi da me dal farlo) quanto i criteri utilizzati per la scelta degli stessi, resi noti solamente quest’oggi. Un criterio più condivisibile, avanzato anche da qualche preside, sarebbe stato quello di vagliare e scegliere tali nominativi, da una rosa di nomi individuata dalle varie facoltà. Così, da rappresentare una soluzione di sintesi e di buon senso, che avrebbe permesso una maggiore trasparenza, principio cardine della nuova riforma. Motivo per il quale dichiaro la mia astensione. Resto comunque disponibile, aperto al dialogo e al confronto costruttivo con gli organi di governo dell’Ateneo”.

Il preside G. Li Volsi suggerisce di rendere pubblici i verbali delle sedute della commissione, per dare così modo a tutta la comunità accademica di essere edotta sull’andamento dei lavori.

Il rettore dichiara che non risponde al vero che questo Senato accademico e il Consiglio di amministrazione non hanno la capacità di coinvolgere l’intera comunità accademica in decisioni di interesse generale per l’Ateneo. Non possono dimenticarsi le innovazioni apportate da questa amministrazione in termini di trasparenza, di informazione e di coinvolgimento della comunità accademica rispetto alla precedente gestione, nella quale aveva un ruolo di primaria responsabilità qualche collega preside che oggi interviene con critiche ingenerose nei confronti di questa amministrazione. In questo momento, il rettore ha piena contezza del fatto che in questi ultimi anni ci sono state, da parte di alcuni presidi, espressioni di apprezzamento e di collaborazione di facciata e che solo oggi, finalmente, emergono le loro vere posizioni preconcette nei confronti di questa amministrazione. Questa amministrazione opera con la massima trasparenza, tanto è vero che è già stato reso disponibile il calendario delle prime sei sedute della commissione. Il rettore si impegna a trasmettere per posta elettronica a tutto l’Ateneo i verbali della commissione per permettere a tutte le strutture (facoltà, dipartimenti, ecc.) di contribuire, in corso d’opera, all’approvazione del nuovo statuto. Pur esprimendo solidarietà nei confronti dei presidi, la cui figura non è più contemplata dal nuovo assetto organizzativo definito dalla legge di riforma, l’Ateneo non può ulteriormente tollerare posizioni conservatrici espresse da qualche preside, in particolare, per la costituzione dei nuovi dipartimenti, che vanno riorganizzati, come previsto dalla legge, per settori scientifico-disciplinari omogenei. Fa presente che la programmazione didattica del prossimo triennio sarà possibile solo in presenza di risorse certe, su cui vigilerà il Consiglio di amministrazione. Dopo l’acceso dibattito, invita tutti a stemperare i toni per lavorare insieme nell’interesse dell’Ateneo.

Esce dall’aula il sig. A. Milazzo.

A questo punto, il rettore mette in votazione la lista dei nomi sopra proposta.
Dichiarano di astenersi dieci senatori.

Immediatamente dopo, prende la parola il preside Di Cataldo, il quale chiede che si proceda alla votazione ai sensi del comma 1 dell’art. 8 del regolamento del Senato accademico il quale prevede che “la votazione per le designazioni ha luogo in base al sistema del voto limitato a non più di un terzo dei nominativi da designare”.

Il preside Di Cataldo chiede anche che si proceda alla votazione a scrutinio segreto ai sensi dell’art. 66, comma 5, del Regolamento generale di Ateneo.

Il rettore, osservato che la votazione è già in corso di svolgimento e che alcuni senatori hanno già votato manifestando il loro voto di astensione, rileva che le disposizioni regolamentari richiamate dal preside Di Cataldo risultano comunque del tutto inappropriate in questa circostanza, considerato che sussiste la prevalente esigenza di salvaguardare, attraverso una lista di nomi e con la massima trasparenza, l’equilibrio tra le componenti universitarie, le facoltà, le fasce e il genere, finalità che verrebbe vanificata da una votazione riguardante singoli componenti. Pertanto, invita il Senato a completare la votazione interrotta.

A questo punto, sette senatori (i presidi G. Barone, C. Buttà, V. Di Cataldo, N. Famoso, il prof. M. Barcellona, la dott.ssa G. Laudani e lo studente D. W. Giuffrida) dichiarano di non volere partecipare alla votazione in quanto la ritengono irregolare, pur rimanendo in aula.

Confermano la propria astensione tre senatori (la dott.ssa R. Anna Ciraldo e gli studenti R. D’Aquila e G. Mignemi).

Dichiarano di votare a favore diciotto senatori (il rettore A. Recca, i presidi E. Iachello, F. Basile, G. Li Volsi, G. Ronsisvalle, A. Russo, L. Fortuna, F. Elia e C. Truppi, i proff. F. Biondi, M.C. Paino, G.M. Lombardo, A. Mangiameli, G. Lombardo, M.G. Cinquegrani; il dott. G. Lombardo e gli studenti S. Bellinvia e F.A. Catania).

A seguito della votazione il Senato nomina componenti della commissione di cui al comma 5, dell’art. 2, della legge n. 240/2010 il professore ordinario Giuseppe Barone; i professori associati Paolo Militello, Giuseppe Cucuzza e Orazio Prezzavento; il ricercatore Lucia Arcifa; il rappresentante del personale tecnico-amministrativo Carlo Vicarelli.

Conclusa la votazione, il rettore chiede eventuali suggerimenti sulle modalità di gestione dei lavori da parte della commissione rispetto a quelli già segnalati in premessa.
Il preside A. Russo propone che dopo l’elaborazione di una prima bozza di Statuto il documento possa essere dibattuto in un’assemblea di Ateneo.
Il dott. G. Lombardo suggerisce di aprire un forum in Ateneo dove si possa esprimere liberamente la propria posizione sulla proposta di riformulazione del nuovo Statuto.
Il rettore dichiara di non avere nulla in contrario, ferma restando l’opportunità che i contributi provengano attraverso le strutture di Ateneo (facoltà, dipartimenti, ecc).

[Bozza di verbale inoltrata dalla segreteria del Rettore il 2/2/2011]


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