Prima le schermaglie e le bocciature di diverse delibere, poi lo stop al bilancio consolidato e ora la maggioranza che va sotto nella votazione del piano triennale delle opere pubbliche. Non c’è dubbio che l’opposizione più agguerrita di Leoluca Orlando sieda tra i banchi della sua coalizione. Ancora una volta, protagonisti del ko sono i consiglieri di Italia Viva che si sono astenuti durante la votazione di ieri pomeriggio. L’ennesima provocazione dei renziani, però, stavolta non ha sortito il solito effetto, con il consueto «ci riproveremo» di Orlando, con il sindaco che in tarda serata diffonde una nota in cui elenca tutti i flop di sala delle Lapidi e si scaglia, senza mezze misure, contro il «ripetersi di voti anomali da parte di consiglieri comunali che pure affermano di condividere e sostenere le scelte strategiche e l’operato dell’amministrazione e che sono rappresentati all’interno della giunta comunale». Una nota condivisa con la firma di tutti gli assessori, tranne Leopoldo Piampiano e Toni Costumati, i due membri della giunta in quota Italia Viva.
«Si tratta evidentemente non di più di episodi, ma di scelte che riteniamo inaccettabili – prosegue la nota – frutto di un approccio ai rapporti interni alla coalizione, che rischia di causare danni insostenibili e forse irreversibili alla città. Noi continueremo a lavorare per il bene della città, così come continueremo a pensare e ad agire considerando che sia necessario un approccio di squadra e della valorizzazione e del rispetto di ciascuna cultura e forza politica. È ovvio che chi non ha tale approccio e chi non lo manifesta con scelte amministrative concrete si pone di fatto al di fuori di un percorso politico e amministrativo».
Parole che acuiscono una frattura che ormai non è più soltanto percepita, anche se ci sono ancora dei margini. La nota di Orlando arriva a neanche cinque minuti da quella con cui Costumati esprime la propria solidarietà all’istituto Gramsci, a un passo dallo sfratto dai cantieri culturali della Zisa, segno che comunque l’assessore battente bandiera renziana è tuttora al suo posto, così come lo è Piampiano. Stessa cosa per Giuseppe Norata, presidente della Rap e per Michele Cimino, presidente dell’Amat (tra l’altro parte in causa, visto che uno dei punti di disaccordo sul piano triennale è quello che riguarda il tram e la realizzazione delle nuove linee). La presa di posizione di Orlando, tuttavia, accelera il processo di mediazione verso le elezioni del 2022. Alleanze da cercare sul fronte del Movimento 5 Stelle, per cominciare. Un fronte che però non consentirebbe, a oggi, di poter fare a meno di Italia Viva, che conta otto consiglieri contro i tre grillini. «Non è bastato dare un’ulteriore poltrona in giunta a un nuovo assessore renziano per ricucire lo strappo ormai evidente tra i consiglieri eletti con Orlando – la posizione dei tre consiglieri pentastellati sulla bocciatura del Piano triennale – A pagarne il conto saranno inevitabilmente i cittadini palermitani, mentre la città sprofonda miseramente».
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