La vertenza infinita. Parafrasando il titolo di un noto cult degli anni ’80, potrebbe intitolarsi la riconversione dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. Sono passati otto anni dall’addio dell’azienda automobilistica – e oltre dieci dall’annuncio, arrivato nel settembre 2008 – ma ad oggi non si intravedono spiragli positivi. Col nuovo anno per i mille lavoratori ex Fiat la tensione resta sempre uguale. E a livelli perennemente alti. Questa mattina le lavoratrici e i lavoratori Blutec si sono riuniti in assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento del palermitano: un incontro molto partecipato, da cui è emersa grande preoccupazione per il futuro di tutti i 694 lavoratori, a cui si aggiungono i 300 dell’indotto. Un’assemblea mattutina piuttosto serrata, con i lavoratori che dopo il turno sono rientrati melanconici al posto di lavoro.
«L’azienda non sta rispettando nessuno degli impegni assunti al Mise a metà dicembre su Metàsalute, sulla copertura di Cometa (il trattamento di fine rapporto che viene trasferito sul fondo complementare … ndr), sulla corresponsione del welfare aziendale e sul pagamento degli stipendi entro il 15 gennaio per i 130 lavoratori rientrati in fabbrica» dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom-Cgil e Roberto Mastrosimone, segretario generale Fiom Sicilia. «L’azienda, inoltre, non sembra aver versato la prima rata a Invitalia di 4,5 milioni di euro, dei 21 milioni di euro in totale da restituire. Il rischio è che salti tutto il percorso di reindustrializzazione e di rioccupazione che riguarda complessivamente mille lavoratori. Riteniamo che questa situazione di incertezza possa creare problemi anche per il rinnovo della cassa integrazione per il 2019, su cui c’è già un accordo ma siamo in attesa del decreto. Oltretutto, per i 62 lavoratori della Ssa e della Manital, a cui è scaduta la Naspi il 31 dicembre 2018, nonostante l’impegno annunciato dal ministro Di Maio, non si è proceduto al rinnovo».
Blutec è stata convocata per il 24 gennaio al ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro per altri stabilimenti, ma certamente quello di Termini resta tra i più complicati. Eppure su ciò, dopo una serie estenuante di incontri a Roma, tutto torna a tacere. «Se in settimana non arriverà la convocazione al Mise – dice Mastrosimone – la prossima settimana organizzeremo iniziative di protesta sotto la sede della Regione Siciliana. Il vero problema infatti è la Regione, completamente assente in questa vertenza. Perché al di là delle innegabili difficoltà di Blutec, ci sono comunque mille lavoratori a rischio. Musumeci qui non si è mai visto, così come un qualunque assessore, in un anno e mezzo».
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